Tra disoccupazione e precariato, dal Lazio non arrivano dati positivi. Sono infatti sempre di più i contratti provvisori, spesso anche giornalieri, firmati nella regione nel 2022. Contratti che però spesso sono più stabili per i laureati, come emerge dall’indagine sulla condizione occupazionale di AlmaLaurea.
Lazio in cima alla classifica
È il Lazio la regione con più precari a livello nazionale. Secondo i dati forniti dalla CGIL, infatti, l’88,7% di coloro che lavorano nel Lazio ha un lavoro precario. Tra contratti a tempo determinato, di collaborazione e di apprendistato, solamente l’11,3% può beneficiare di un contratto a tempo indeterminato. Inoltre, come emerge dai dati raccolti, il 38,5% dei contratti è di un solo giorno. Un dato preoccupante, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale, dove la media è del 12,6%.
Ma se da una parte le cause sono da ricercare nelle diverse tipologie di lavoro che offre il Lazio rispetto alle altre regioni – si pensi al mondo dello spettacolo e della produzione culturale -, dall’altra è anche la mancanza di leggi e tutele per i lavoratori ad alimentare il problema del precariato. Un problema che non può più essere ignorato, e che ha bisogno di essere affrontato insieme alla regione.
Trovare lavoro è più semplice (con una laurea)
Come emerso dalla XXV Indagine sulla Condizione occupazionale dei Laureati di AlmaLaurea, il 2022 è stato l’anno con i più alti livelli occupazionali dell’ultimo decennio, sia tra i laureati di primo livello che tra quelli di secondo. Un record importante, che conferma il miglioramento della capacità di assorbimento dei laureati nel mondo del lavoro.
Se infatti a un anno dal conseguimento del titolo il 75,4% dei laureati di primo livello e il 77,1% dei laureati di secondo livello ha un lavoro, andando avanti con gli anni i numeri migliorano ancora di più, arrivando al 92,1% per i laureati di primo livello e all’88,7% per quelli di secondo.
Numeri importanti, che confermano ancora una volta l’importanza e l’utilità dell’università ai fini lavorativi. Conseguire una laurea nelle università convenzionali o anche in quelle telematiche (oggi sempre più scelte da migliaia di studenti e studentesse per la grande flessibilità che offrono), permette infatti non solo di accedere a posizioni altrimenti inaccessibili, ma anche di avere contratti lavorativi migliori e più stabili. Un fatto, questo, confermato anche dal consorzio interuniversitario AlmaLaurea, secondo il quale, a cinque anni dalla laurea, il 68,2% dei laureati di primo livello e il 51,1% di quelli di secondo livello ha un contratto a tempo indeterminato, mentre solamente il 13,1% dei laureati triennali e il 16,6% dei laureati magistrali è assunto con contratto a tempo determinato.
Le lauree più richieste secondo Almalaurea
Sempre secondo l’indagine di AlmaLaurea, alcune lauree offrono più sbocchi occupazionali rispetto ad altre. A parità di condizioni, infatti, i laureati del gruppo informatica e tecnologie ICT, quelli di ingegneria industriale e dell’informazione, quelli del gruppo medico-sanitario e farmaceutico, così come quelli di architettura e ingegneria civile, hanno più possibilità di trovare lavoro nell’immediato.
Bene anche coloro che scelgono i gruppi scientifico, agrario-forestale, veterinario, economico, ma anche il ramo che comprende educazione e formazione. Lauree, queste, che possono essere conseguite anche online, beneficiando di una maggiore flessibilità e praticità, ma anche di costi più accessibili.
Tra i meno favoriti, invece, i laureati in psicologia, arte e design, giurisprudenza, lettere e nelle materie umanistiche in generale.