SACRE STORIE 2024
in ogni uomo c’è qualcosa di sacro
presenta:
CASA D’ALTRI
dal testo di Silvio D’Arzo
con Stefano Scandaletti
Durata: 45 minuti
Evento a partecipazione gratuita con prenotazione obbligatoria.
Sabato 16 marzo con replica domenica 17 marzo 2024 andrà in scena l’adattamento teatrale di CASA D’ALTRI di Silvio D’Arzo, un progetto di Monica Codena e Stefano Scandaletti.
Lo spettacolo vede unico interprete Stefano Scandaletti, con l’accompagnamento musicale di Lavinia Intili.
Sono previste 4 repliche al giorno: sabato dalle ore 17:00 alle 20:00 (ogni ora), domenica 17 marzo 2024 dalle ore 14:00 alle 17:00 (ogni ora).
I posti sono limitati. La chiesa ospita un massimo di 20 spettatori per ciascuna rappresentazione.
L’appuntamento è presso la Chiesa della Misericordia, Corso Vittorio Emanuele 2, all’entrata del borgo di Barbarano Romano (VT).
SACRE STORIE, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, si svolge con cadenza annuale tra marzo e giugno in chiese, cappelle, sagrestie e chiostri, per un numero ridotto di spettatori. È un evento dedicato ai temi della spiritualità che, con gli strumenti del teatro, affronta il tema del sacro unendo drammaturgie nuove e tradizionali. Si configura anche come una riflessione sui linguaggi possibili, sulla scrittura, sulla poesia.
Non c’è palcoscenico ma uno spazio intimo e raccolto: la distanza che separa l’attore dal pubblico è minima. Una rappresentazione quasi sussurrata all’orecchio, un’esperienza immersiva per riscoprire una dimensione più autentica. Una sfida, nella sua essenzialità, rivolta a chi cerca un significato più profondo all’esistenza, un momento di riflessione di grandi temi sui quali l’uomo contemporaneo continua a interrogarsi.
Il viaggio introspettivo inizia dalla Chiesa della Misericordia. Da lì si intraprende un piacevole percorso nei vicoli del borgo etrusco medievale per raggiungere l’originale palcoscenico di una piccola chiesa di Barbarano Romano, che sorge all’interno del Parco Regionale Marturanum, oasi di natura incontaminata e sintesi dell’aspirazione dell’uomo alla bellezza e alla ricerca interiore.
La scelta dell’opera di D’Arzo che proponiamo quest’anno è il tratto che identifica questo secondo incontro, un’opera che pone una domanda cruciale sull’esistenza – Casa d’altri è la storia di una confessione, narrata a posteriori, in prima persona, da un prete che è anche uno dei due protagonisti. Temi sono: l’incontro, l’idea d’una condizione di vita da perpetui stranieri, l’unicità della persona.
Casa d’altri è una specie d’inchiesta: un parroco, che ha perso ambizioni e speranze giovanili, confinato in un paesino di sette case dove “appaiono strane anche le cose più ovvie”, incontra una creatura solitaria e schiva: Zelinda. La donna lava, per conto di altri, panni nelle acque del canale non troppo distante dal paese. È lì che lui la scorge per la prima volta, incuriosito da quella figura che gli appare come l’unica cosa viva in un paesaggio di cose morte. I passi verso un possibile disvelamento tra i due sono cauti, guardinghi, fatti di silenzi e ritrosie della donna, pretesti e sassi gettati nel canale a infrangere il silenzio. Un giorno Zelinda porta una lettera in canonica, che tornerà subito a riprendersi senza attendere che il prete la legga. A fronte di un’esistenza divenuta per lei insostenibile, svela un segreto, di quelli che di solito si confessano al buio. E il quesito è di quelli che richiederebbero, in risposta, “parole nuove”, come dice il protagonista, parole autentiche.
Casa d’altri, capolavoro postumo di Silvio D’Arzo (1929 – 1952), considerato alla sua prima uscita “un racconto perfetto” da Eugenio Montale, è, secondo il parere di molti, uno dei più belli del Novecento – Casa d’altri ebbe una travagliata vicenda editoriale, redatto nel 1947 e pubblicato più volte, rielaborato su riviste, uscì postumo in volume soltanto nel 1953. Scrittura scarna, essenziale, ambientata agli inizi degli anni cinquanta. La prosa ritmata, l’andamento poetico modulato su endecasillabi, novenari e settenari, ricordano un poemetto in versi. Ezio Comparoni, alias Silvio D’Arzo, è un narratore fuori dagli schemi, con una lingua ancora capace di cogliere, con sguardo innocente e insieme implacabile, il mondo e i suoi abitatori.
SACRE STORIE fa parte degli eventi sostenuti dal Parco Regionale Marturanum e dal Comune di Barbarano Romano (VT), dalla Pro Loco (VT), e dalla Regione Lazio. È curato dalle Associazioni Indigena Teatro e Tuscia Nuova.
INFO:
Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria al numero 328 3838 966
Sono previste 4 repliche (sabato dalle 17.00 alle 20.00 – domenica dalle 14.00 alle 17.00)
I posti sono limitati: massimo 20 spettatori per ciascuna rappresentazione.
L’appuntamento è presso la Chiesa della Misericordia, Corso Vittorio Emanuele 2, all’entrata del borgo di Barbarano Romano (VT).
Si consiglia di indossare abbigliamento adeguato alle temperature del periodo.
Stefano Scandaletti – attore autore cantante e musicista, è nato a Padova nel 1977. Debutta come attore con Daniele Luchetti ne I Piccoli Maestri. È in seguito Renzo Tramaglino in Renzo e Lucia di Francesca Archibugi e Pietro Valpreda in Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana. Prosegue al cinema con Liliana Cavani, Marco Turco, Marcello Cesena, Mario Monicelli, Carlo Mazzacurati, Matteo Bellinelli, Sergio Martino, Roberto Benigni, Gianluca Maria Tavarelli, Maurizio Zaccaro, André Téchiné, Joaquìn Oristell, Alessandro Rossetto, Claudio Fragasso, Miguel Alcantud. A teatro collabora con diversi teatri nazionali tra i quali: Teatro Stabile del Veneto e il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e con numerosi registi tra i quali: Andrea De Rosa, Luis Pasqual, Luca De Fusco, Pierluigi Pizzi, Antonio Calenda, Natalino Balasso, Gigi Proietti, Paolo Valerio, Damiano Michieletto e Alex Rigola.