Sabato 12 e domenica 13 ottobre in occasione delle Giornate FAI d’Autunno
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Area del Foro Emiliano
L’antico Foro Emiliano era attraversato dalla Via Appia, di cui sono stato ripristinati il lastricato, il marciapiede e il canale di scolo. La piazza conserva tuttora l’antica pavimentazione in lastre di calcare del I secolo a.C. – I secolo d.C., sulle quali si conserva l’iscrizione in lettere di bronzo del magistrato locale che ne ordinò la realizzazione, Aulus Aemilius. Ai lati del foro sorgevano i principali edifici pubblici della colonia romana: la basilica, oggi sostituita dal Palazzo della Bonificazione Pontina, un porticato affacciato sopraelevato di tre gradini, con colonne e pavimentazione in marmo, i resti del teatro. Sul lato occidentale sorgeva un grande tempio, ora inglobato nella Cattedrale, e a fianco di questo, verso nord, un secondo tempio più piccolo, cosidetto Capitolium.
Capitolium
Secondo alcuni studiosi, l’edificio, databile alla metà del I sec. a.C., dovrebbe essere identificato con il tempio dedicato alla triade capitolina, Giove, Giunone e Minerva. In origine esso era decorato sulla fronte da quattro colonne nello stile d’invenzione romana, dorico-tuscanico ed era fornito di tre celle in reticolato di tufo e calcare, parzialmente rimaste, sotto le quali si conservano gli ambienti, chiamati favissae, in cui erano custodite le offerte votive.
Cattedrale San Cesareo
E’ certamente il monumento più importante di Terracina, simbolo e sintesi della sua storia plurimillenaria. Edificato sulle strutture di un tempio romano, nel punto chiave del Foro Emiliano, è dedicato a S.Cesareo, diacono e martire del III sec. La conversione del tempio romano al culto cristiano è certamente anteriore al 592, come risulta da un passo di Papa Gregorio Magno.L’edificio ha conosciuto varie ristrutturazioni perfettamente individuabili, nei sec. X, XIII, XVIII. Due avvenimenti importanti sono legati al nostro duomo: la rinuncia, poi ritrattata, da parte di Vittore III (1086) e l’elezione al soglio pontificio di Urbano II (1088). Preceduto da 25 gradini, il portico è sorretto da sei colonne di granito rosso e grigio di età romana, con capitelli ionici medievali che riprendono quelli antichi. Sulle due colonne centrali, di dimensioni maggiori, si imposta un arco a tutto sesto, ripristinato nel 1926.
Castello Frangipane
I destini di Terracina si sono sempre intrecciati con quelli del Castello, le cui pietre raccontano dell’antica Roma, di Papi e Castellani, d’intrichi e prepotenze. La Rocca fu edificata, o riedificata su un basamento in blocchi rettangolari d’epoca romana alla fine del X secolo. La scelta fu sicuramente indotta da problemi difensivi. Nel 1797 per decisione di Pio VI, la fortezza fu smantellata e disarmata. La città alta rimane, tuttavia, nucleo centrale e vitale della popolazione terracinese, mentre il Castello è dismesso, disabitato, abbandonato. All’inizio del ‘900 la Rocca Traversa è censita come Monastero, mentre negli anni ’40 diventa una casa di riposo per anziani. Gravemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale rimane in stato di abbandono fino al 1998 quando inizia il restauro. Attualmente la sua gestione è stata affidata alla Fondazione Città di Terracina che lo ha finalmente aperto al pubblico a maggio 2019.
Teatro romano dell’antica colonia di Terracina
A quasi vent’anni dall’avvio degli studi nell’area del teatro – secondo un progetto condiviso da Amministrazione Comunale e MIBACT/Soprintendenza archeologica – diversi aspetti dell’edificio antico possono oggi ritenersi definiti. Il teatro, risalente agli ultimi decenni dell’Età Repubblicana (tra il 70-60 a.C.), fu rinnovato durante il principato di Augusto (27 a.C.-14 d.C.) con profusione di marmi pregiati. Esso occupa il versante settentrionale dell’antico Foro Emiliano che, con la piazza e gli edifici circostanti, rappresenta un episodio di conservazione strutturale e urbanistica di eccezionale rarità. Dopo i bombardamenti del 4 settembre 1943, che colpirono il centro storico, solo negli anni Sessanta fu possibile, eseguire sondaggi. Del complesso formato dal teatro e dal relativo portico dietro la scena, sono stati riportati in luce alcuni settori: il versante orientale della cavea, parte del piano dell’orchestra, resti del quadriportico. Scavi e lavori ancora in corso.
Museo “Civico Pio Capponi”
Il nuovo Museo della Città si trova dentro il Palazzo della Bonifica (costruito tra il 1780 e il 1785 sui resti di una basilica forense romana), che Pio VI volle come centro propulsivo dei lavori di disseccamento della palude pontina. Al suo interno il museo archeologico, che presenta anche il nucleo originario della collezione di antichità del museo, la raccolta di Pio Capponi, appassionato cultore della storia locale. La collezione esposta nel museo è una raccolta di reperti archeologici che vanno dalle prime testimonianze di presenza umana a Terracina dal paleolitico superiore (resti di fauna fossile ed industria litica emersi in località Riparo Salvini) all’epoca romana. È proprio lo sviluppo storico della presenza romana che costituisce il nucleo più consistente della raccolta, tipologicamente eterogeneo. Alle varie epigrafi che documentano una sviluppata società civile si sommano una serie di ritratti di età tardo-repubblicana ed imperiale, nonché molte sculture a figura intera.
Favisse del Tempio Maggiore e Mosaici pavimentali
Le favisse del Tempio Maggiore sono ambienti sotterranei, originariamente appartenenti all’antico Tempio Maggiore della città, su cui è stata poi costruita la cattedrale. Esse custodiscono tra i più bei esempi di mosaici a Terracina, trovati nelle vicinanze all’interno di una domus romana. Le favisse scavate sotto i templi erano usate come ambienti di servizio e depositi dai sacerdoti. Quando, infatti, la massa degli oggetti sacri contenuti nel tempio diventava eccessiva, impedendo la collocazione di altre offerte, i sacerdoti cominciavano a depositare questi oggetti nelle favisse, insieme anche a statue di divinità rovinate dal tempo.
Chiesa di San Domenico
La costruzione della chiesa fu iniziata intorno alla metà del XIII secolo, seguendo le regole dell’architettura cistercense adottando le versioni degli ordini mendicanti. L’annesso convento e il relativo chiostro, danneggiati nell’ultimo conflitto. L’interno è a una sola navata, con transetto e un coro rettilineo. Il campanile è molto antico ma non contiene nessuna campana in quanto, precipitata a terra a causa dei bombardamenti, è stata rubata qualche anno fa. La struttura è stata restaurata nel 2012. All’interno i visitatori potranno ammirare alcune opere dello scultore Pasquale Basile.
ORARI:
Sabato: 10:00 – 13:00 / 14:30 – 18:30
Domenica: 10:00 – 13:00 / 14:30 – 18:30