Sabato 15 e domenica 16 maggio 2021 tornano le Giornate Fai di primavera organizzate dal Fondo ambientale italiano, giunte alla 29° edizione.
Aquae Tauri
Il nucleo centrale del sito archeologico è ubicato sul Poggio della Ficoncella, 4 Km dall’abitato di Civitavecchia. La predetta collina è costituita prevalentemente da una formazione travertinosa di modesto spessore, impostatasi a seguito di scaturigini idrotermali tutt’ora attive e probabilmente di entità ridotta rispetto al passato. L’area in questione si trova ai margini del complesso geologico Tolfetano (circa 75.000 ha), costituito prevalentemente dalla formazione “argillosa-calcareo-arenacea” (periodo Cretacico-Oligocene), che la Tettonica delle Placche (periodo Miocene-Pliocene) ha fatto emergere dai fondali marini e scompaginare (orogenesi appenninica). In tempi geologici recenti (da 1,5 milioni a 400.000 anni fa), si è sviluppata un’attività vulcanica nella fascia compresa dal Monte Amiata sino ai Castelli Romani. Attualmente siamo nella fase terminale e nell’area in questione tale fenomeno si manifesta con l’idro-termalismo. In particolare, la corrivazione delle acque sotterranee del bacino idrogeologico acquisisce, attraversando a relativa profondità i terreni sedimentari del “Flysch Tolfetano”, un’elevata temperatura (circa 50°) e una ricca varietà/quantità di sali minerali laddove le vecchie fuoriuscite laviche hanno provocato un più o meno intenso metamorfismo di contatto.
La presenza dell’uomo in quest’area risale molto indietro nel tempo, come testimonia il ritrovamento di un’ascia neolitica in pietra levigata e la presenza di resti etruschi come il sepolcreto in località Pisciarelli, costituito da una decina di tombe scavate nella roccia. La città romana di Aquae Tauri è nota a partire dalle parole di Plinio il Vecchio che nel 74 d.C. annovera nel suo elenco dei municipia dell’Etruria gli “Aquenses cognomine Taurini”. Il nome del centro abitato derivò forse dal console Tito Statilio Tauro (seconda metà del I sec. a.C.). Grazie alle indagini della missione archeologica dell’Università di Bologna cominciano ad emergere i contorni di una vasta area di interesse archeologico, che doveva estendersi su un’area di circa 14 ettari. Sulla sommità della collina è stata identificata un’area rettangolare (m 156 x 100 circa), in cui è forse riconoscibile un santuario connesso alla presenza della fonte di acqua sulfurea. Sul poggio della Ficoncella è visibile una grande vasca ellittica (m 11,92 x 6,75) scoperta per la prima volta nel 1877 e rimessa in luce dai volontari della Società Storia Civitavecchiese. La struttura era inserita in un edificio rettangolare con nicchie interne; era alimentata dalla sorgente di acqua calda per mezzo di speciali canalizzazioni in corso di studio da parte degli archeologi dell’Università di Bologna.
La parte più rilevante dell’area archeologica è la vasca ellittica che rispetto il lato maggiore, segue un orientamento Est-Ovest, con dimensioni esterne pari a m 11,92 x 6,75 e una profondità, dal pavimento, di 1,5 m. Per costruire la vasca si praticò un taglio livellante sul banco di travertino; ottenuto il piano, si scese in profondità, incavando e modellando la roccia, così da ottenere una vera e propria scultura di forma ellittica, dotata di una gradinata continua; il primo e l’ultimo dei quattro gradini hanno dimensioni maggiori, forse perché avevano lo scopo di funzionare come solium. La struttura era alimentata dalla sorgente di acqua calda che la raggiungeva tramite canali intagliati nel travertino. I lati lunghi della vasca presentano, in modo speculare, nicchie quadrangolari ed absidate; le murature sono in opus mixtum con ricorsi di cinque filari di laterizi (mattoni e qualche coppo) che spezzano due ampie specchiature di opus reticulatum. Agli angoli ci sono ammorsature di blocchetti e le murature presentano tracce d’intonaco. Per i materiali lapidei, furono utilizzati il travertino locale e la panchina toscana (localmente detta scaglia) proveniente verosimilmente dalla località “La Frasca” distante circa 7 Km.
Il nucleo centrale del sito archeologico (area recintata di circa 3.500 mq) è chiuso al pubblico ma per le Giornate FAI sarà aperto. Si è in attesa di un intervento che in un primo progetto ha coinvolto solo il FAI (miglioramento dell’accessibilità per consentire la visita anche alle persone disabili) e, successivamente, considerata l’importanza dell’area, si è integrato con ulteriori azioni finalizzati a: creazione di servizi di accoglienza per i visitatori, restauro, risanamento conservativo, messa in sicurezza dei manufatti, narrazione multimediale. La visita sarà articolata in due fasi: la prima si svolgerà all’esterno del nucleo centrale con una breve passeggiata per consentire una visione d’insieme dell’area in cui saranno evidenziate le scoperte rilevate dalla missione archeologica delle Università e la seconda all’interno dell’area recintata per ammirare la vasca ellittica ed altri manufatti.
NOTE PRENOTAZIONE
Contributo suggerito a partire da:
€ 3,00
ORARIO
- Sabato: 09:00 – 13:00
Note: Sabato e domenica mattina – Turni ogni 20 minuti – gruppo 15 pax - Domenica: 09:00 – 13:00
Note: 1 gruppo (max 15). Durata visita 20 minuti.