Accadde il 2 febbraio 1995 a Pantano, frazione di Civitavecchia. Una Madonnina di gesso, appartenente ad una famiglia del posto, pianse sangue.
E il fenomeno si ripetè anche nei giorni successivi. Arrivò a lacrimare anche due volte al giorno, fino al 6 febbraio, giorno in cui le autorità decisero per il sequestro della statua, che fu trasportata a casa del Vescovo Girolamo Grillo e sottoposta ad analisi presso i Gemelli di Roma, a cura dei dott. Fiori e Ronchi. Questi, poterono appurare che non vi era alcun congegno interno alla statua. Il sangue si scoprì essere umano e di genere maschile. Ciò lasciò interdetti scienziati e religiosi. Nei giorni precedenti, la statua era anche stata sottoposta ad un esorcismo, per scongiurare ogni possibile pericolo dovuto a forze maligne, ma il fenomeno non si era arrestato. Ed il giorno 15 marzo la lacrimazione si ripetè anche a casa del Vescovo Grillo, che sorpreso (era stato sempre scettico fino a quel momento), si sentì male, tant’è che occorse il sostegno di un medico; egli rimase traumatizzato per alcuni giorni e alla fine dovette ricredersi.
La statua della Madonnina era stata portata a casa Gregori dal parroco della città, don Pablo Martin. Era stata acquistata a Medjugorje, in Bosnia, da quest’ultimo il 16 settembre 1994, insieme alla statuetta di un Santo Stefano destinato ad un’altra famiglia. I Gregori avevano fatto richiesta al parroco di acquistare un’immagine sacra da mettere nel giardino, a protezione della casa. Il parroco scelse a caso, al tempo, una delle tante statue esposte nella bottega di un artigiano croato, senza sceglierla. Questa era in gesso, dall’altezza di 42 cm e con una base di 5 cm.
A scoprire la lacrimazione, il 2 febbraio, era stata la piccola Jessica Gregori, al tempo aveva solo sette anni. Il suo rapporto con quella Madonnina era sempre stato basato sul rispetto e la devozione. Fin dal giorno in cui era stata posta nella nicchia realizzata da papà Fabio, la piccola si era sempre impegnata a portarle dei fiori, a pregare per lei ed in certi momenti le aveva dimostrato il suo affetto baciandola. In uno di questi momenti, la toccò in malomodo facendola cadere. Da allora, la statua riportò un lieve danno sulla testa e sul corpo (che servì successivamente a far capire agli esperti che l’oggetto era sempre quello, che non era stato mai sostituito durante le indagini).
Il pomeriggio del 2 febbraio del 1995, Fabio Gregori coi suoi due figli David e Jessica, stava uscendo di casa. La bambina rimase indietro per chiudere la porta, passò per il giardino con l’intento di raggiungere i due, già al cancelletto dell’abitazione, quando si accorse di un fatto strano. Si avvicinò alla statua della Madonnina, alta all’incirca quanto lei, e notò una lacrima dapprima trasparente, poi color rosso sangue, cadere giù dall’occhio destro dell’immagine Sacra, lungo il profilo della guancia. Incuriosita, stupita e confusa, chiamò il padre, che inizialmente non prestò attenzione alla figlia. Quando Jessica lo richiamò dicendogli “è tutto sangue!”, il padre ritornò sui suoi passi, all’interno del giardino, in direzione di sua figlia e della nicchia realizzata da lui con grande soddisfazione, e notò il sangue sulle guance della statua (ora, anche dall’occhio sinistro di questa stava scivolando giù una goccia di sangue sottile come un capello; l’altro filo di sangue, fuoriuscito dall’occhio destro, era già arrivato all’altezza del cuore della Madonnina). Dapprima, il premuroso padre controllò che il sangue non fosse della piccola, poi, cercò di trovare una soluzione razionale, ma non ci riuscì. Sembrava proprio sangue! Da allora, iniziò un via-vai di persone, testimoni, curiosi, scettici, credenti, scienziati, religiosi, tutte dirette a vedere il miracolo. Ma la Chiesa, come sempre, si dimostrò cauta, negando l’evidenza del miracolo ed incaricando una Commissione Teologica di far luce sull’evento.
Alla fine delle indagini, questa non potè far altro che negare la frode ed accettare il fatto che in quel giardino era avvenuto un vero miracolo. Anche se gli scettici rimasero scettici. L’esame del DNA ha rivelato che il liquido ematico è umano e di genere maschile, come già detto. Ma ulteriori analisi non sono stati possibili, per via della cessazione del fenomeno. Altri esami, secondo gli scienziati sarebbero stati incompleti, quindi, fuorvianti e avrebbero insinuato maggiori dubbi, piuttosto che chiarire il caso. Gli scettici archiviarono il fatto come un nulla di fatto, prendendo in considerazione solo tre lacrimazioni (quella del 2 febbraio, quella del 3 febbraio di fronte al parroco Pablo Martin e quella del 15 marzo, a casa del Vescovo). Di fatto, invece, le lacrimazioni in casa Gregori furono 13. Quella a casa del Vescovo fu la quattordicesima. Da allora, la statua non ha più pianto. Con difficoltà e con l’aiuto del Vescovo Grillo, è ritornata ad essere esposta al pubblico e, di tanto in tanto, la famiglia Gregori è testimone di eventi particolari. Ad esempio, un’altra statuetta di proprietà della famiglia è stata vista trasudare oli profumati e, in un caso, vi è stato uno strano fenomeno astronomico in cielo, simile ad altri fenomeni solari avvenuti in altri luoghi analoghi, come Ghiaie di Bonate (Bg) o Fatima.
A dieci anni di distanza da quel febbraio del 1995, si è ritornati a parlare della Madonnina che piange, durante la sua commemorazione, nel 2005. Jessica, ormai adolescente, ricorda con piacere e confusione quei giorni; sono passati molti anni, ma l’emozione è sempre la stessa. E la famiglia Gregori è ancora grata alla Madonna di aver dato proprio a loro quel così importante segno della sua realtà fisica e spirituale.