In occasione della Giornata Nazionale A.D.S.I. 2023 visita di Palazzo Torti Turriziani Colonna
L’origine della fabbrica del palazzo si perde nella notte dei tempi. La parte inferiore, infatti, risale al primo medioevo e si fonda sui resti delle mura ciclopiche che circondavano la cosiddetta Civita di Frosinone, quella contrada che ne formava il castello più alto, attraversata da una strada centrale, chiamata Strada Grande, poi via Civita, che collegava la rocca (situata dove oggi sorge il Palazzo della Prefettura) con la Collegiata di S. Maria (edificata in epoca romanica sulle rovine di un antico tempio ad Apollo). L’edificio si è sviluppato nel XIV secolo su una porta secondaria della città, la quale permetteva di penetrare a piedi nella Civita, una porta pedonale che ancora oggi si può ammirare nella parte posteriore del Palazzo, con il suo tipico arco a sesto acuto a pietra viva. L’edificio si sviluppava intorno ad un portico che custodiva al centro una cisterna per la raccolta dell’acqua, secondo il modello delle antiche case romane. La costruzione, “Casa de’ Turriziani”, era costituita da un piano terra, un piano sotterraneo che alloggiava la cisterna e da un primo piano elevato.
Nel 1556 il violentissimo saccheggio compiuto dagli spagnoli al comando del Vicerè di Napoli, Ferdinando Alvarez de Toledo, Duca d’Alba, ridusse la città di Frosinone ad un cumulo di rovine.
Nel saccheggio andarono perduti gli archivi e molte opere d’arte, e la popolazione dovette disperdersi nelle città vicine. La Casa Turriziani subì la stessa sorte delle altre dimore e la famiglia si trasferì ad Alatri. Abbandonato per molti anni dopo la devastazione, l’edificio fu dunque acquistato dal sindaco Sebastiano Torti che lo restaurò. A questo punto la costruzione assunse la foggia attuale, con due piani elevati sopra il piano terra e due piani sotterranei. Il portico perse la sua forma perimetrale intorno alla cisterna ed acquistò la funzione di atrio per immettere nello scalone d’onore. Lo scalone, ora del tutto rimaneggiato e relegato ad un angolo dell’edificio, si apriva all’interno dell’atrio sul lato sinistro e saliva al piano nobile e al secondo. Il figlio di Sebastiano, Fortunio Torti, noto giureconsulto e avvocato per gli Stati della Chiesa, figura di grande spicco nella Frosinone del XVII secolo, con la moglie Caterina Vesi, prese possesso del palazzo alla morte del genitore. Egli commissionò agli architetti una generale ristrutturazione dell’antico edificio. Alla ristrutturazione degli esterni fece seguito l’arricchimento delle sale interne, ridecorate con stucchi e dipinti. Il piano nobile fu accomodato per ospitare cinque sale mentre il piano secondo fu sistemato per alloggiare le camere private.
Era il 1605 come immortalato sopra uno degli stipiti delle finestre della facciata. L’ultimo rampollo della famiglia Torti fu Fortunio, il quale morì senza discendenti nel 1755, lasciando il Palazzo alla nobile famiglia Ciceroni che lo possedette fino al 1910. Nel 1876 Luigi Ciceroni, nobile frusinate, concesse il Palazzo in locazione al Comune di Frosinone come sede del Municipio fino al 1910. Il Palazzo Torti, come ricorda una lapide, ospitò Sua Santità il beato Pio IX il 13 maggio 1863, il primo giorno del suo viaggio apostolico in Ciociaria.