“Radure – Spazi culturali lungo la Via Francigena del Sud” si conferma come proposta culturale d’eccellenza per promuovere il territorio e rilanciarne l’immagine, attraverso la commistione tra le arti dello spettacolo dal vivo, le identità dei luoghi e la partecipazione attiva delle realtà operanti in questi splendidi Comuni. Dal 28 giugno all’11 agosto 2024, un ricco calendario di appuntamenti a cura dei Comuni di Priverno (capofila), Sermoneta, Norma, Carpineto Romano, Roccagorga, Segni, Maenza e Cori segnerà i luoghi della cultura attraversati dal cammino spirituale della Via Francigena del Sud.
2 agosto 2025
ore 19:00
Piazza di Pietra / Chiesa S. Rocco
55 giorni
Associazione Le Colonne
Piazza di Pietra
di
Giancarlo Loffarelli
L’associazione culturale Le colonne ha dedicato ad Aldo Moro diversi lavori.
Il 6 febbraio 2007 debutta, in prima nazionale, Se ci fosse luce. I misteri del caso Moro, uno spettacolo che, per più di dieci anni, viene replicato in diverse città d’Italia, concludendo la sua lunga tournée all’Università di Bari, dove Moro studiò e insegnò e che oggi porta il suo nome. Nel 2008, con lo stesso titolo, realizzò un documentario con il contributo di studiosi del caso Moro (Sergio Flamigni, Ilaria Moroni,), familiari delle vittime (Agnese Moro, Maria Ricci), magistrati che hanno indagato sulla vicenda (Rosario Priore), collaboratori di Aldo Moro (Corrado Guerzoni), protagonisti degli anni di piombo (Alberto Franceschini). Nel 2023, Giancarlo Loffarelli, direttore artistico dell’associazione, pubblica il volume La spiritualità di Aldo Moro nelle lettere dalla prigionia, Pazzini editore. Nel 2025 debutta 55 giorni, uno spettacolo teatrale aggiornato nei tanti contenuti che nel 2007 erano ignoti, per farne quello che viene definito teatro di narrazione.
La scenografia, costituita di cubi che gli attori spostano a vista, descrive le sensazioni e i luoghi della vicenda: la casa di Moro in via del Forte Trionfale 79, l’incrocio fra via Fani e via Stresa dove avvenne la strage, il covo brigatista in cui Moro viene portato, piazza Barberini dove la direzione della colonna romana delle Brigate Rosse si incontra per decidere sulla sorte di Moro, la Renault4 rossa su cui venne ucciso. Sulla scena, soltanto tre colori: bianco, nero e rosso. Il bianco è il colore della ricerca della verità, bianco è il telo che, all’inizio dello spettacolo, copre la scena e che viene sollevato nel tentativo di svelare la verità, bianche sono le luci che cercano di illuminarla e che, progressivamente, diventeranno sempre più fioche. Il nero è il colore del buio in cui, purtroppo, restano ancora immersi tanti elementi che compongono tutta la vicenda. Rosso è il colore della bandiera delle Brigate Rosse, della Renault4 su cui Moro viene ucciso e ritrovato e rosso è il sangue delle vittime. Le musiche hanno una doppia funzione: i brani di musica colta (Mozart, Verdi, Chopin, Stravinskij, Šhostakovič) sottolineano emotivamente i momenti della vicenda, quelli di musica popolare (De Gregori, Vecchioni, Guccini, De André) collocano la vicenda nel tempo, essendo tutti brani pubblicati nel 1978.
3 agosto 2025
ore 21:00
Area Archeologica Antica Norba
POVERI CRISTI
Ascanio Celestini
Antica Norba
di e con ASCANIO CELESTINI
e con Gianluca Casadei alla fisarmonica
produzione Fabbrica, Teatro Carcano
In una periferia di Roma che somiglia a tante periferie del mondo si intrecciano le vite di poveri cristi. C’è Giobbe, magazziniere analfabeta che ha messo a punto una tecnica per sistemare la merce nel magazzino senza sapere leggere una parola. C’è la Vecchia che insegna alla Prostituta che per il sapere e la cultura non serve il denaro: i libri nelle biblioteche sono gratis e i musei un giorno al mese aprono anche a chi non può pagare. C’è Joseph che è partito dal suo paese, ma prima di arrivare in Italia è stato seppellitore, emigrante, schiavo, naufrago, detenuto, facchino e barbone. E poi c’è il razzista, la Donna Impicciata, lo Zingaro di otto anni che fuma, Domenica, il Preposto della cooperativa e persino San Francesco… Ma quando andiamo in scena non ci sono tutti. Ogni replica scegliamo un paio di storie, una manciata di personaggi. Come in un concerto dove il musicista sceglie quali brani diversi da suonare, fa una scaletta. Tutti questi personaggi hanno qualcosa in comune. Sono quelli brutti che finiscono sui giornali quando accade qualcosa di grave, di scandaloso. Io cerco di raccontarli come santi quando succede un prodigio. Ascanio Celestini è nato a Roma nel 1972. I suoi testi sono legati a un lavoro di ricerca sul campo e indagano nella memoria di eventi e questioni relative alla storia recente e all’immaginario collettivo. Tra i suoi ultimi spettacoli teatrali, Laika (2015), Pueblo (2017) e Rumba (2023) fanno parte della trilogia che è all’origine di Poveri cristi. Di questi testi, Celestini ha curato la regia in Belgio e in Francia con l’attore David Murgia, e in Svezia con l’attore Özz Nûjen. Per il cinema ha realizzato due film: La pecora nera (2010), in concorso alla 67ª Mostra del cinema di Venezia, e Viva la sposa (2015) in concorso alle Giornate degli autori a Venezia. Il suo disco Parole sante ha vinto il Premio Ciampi come Miglior debutto discografico dell’anno e il Premio Arci «Dalla parte buona della musica». Per Einaudi ha pubblicato Storie di uno scemo di guerra (2005), La pecora nera (2006), Lotta di classe (2009), Io cammino in fila indiana (2011), Pro patria (2012), Barzellette (2019), Radio clandestina (2020), I parassiti (2021) e Poveri cristi (2025).
Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito.
Per informazioni: tel. 333 3216929 (dalle ore 9.00 alle ore 17.30); www.atcllazio.it
