In occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, il santo protettore degli animali, si tiene a Tuscania, nella tuscia viterbese, anche la Sagra della frittella al cavolfiore. Sagra a chilometro zero, dato che il prodotto di base è coltivato nelle campagne tuscanesi.
Sarà rievocato il percorso del Santo, scortato dai butteri tuscanesi in costume tradizionale, lungo le vie cittadine. Ci sarà la tradizionale benedizione degli animali.
La Sagra della Frittella di cavolfiore si svolgerà invece nel pomeriggio quando nella piazza principale del centro storico inizierà a sfrigolare l’olio nel grande padellone e vi verranno fritte migliaia di frittelle di cavolfiore coltivato nelle campagne circostanti e che verranno servite agli ospiti calde e fragranti, sia con aggiunta di sale che di zucchero a velo.
Il cavolfiore era un tempo uno degli alimenti base delle tavole contadine nel periodo invernale, dato che arriva a maturazione proprio in questo periodo. Inoltre non contiene glutine, quindi può essere mangiato anche da diabetici e celiaci ed è ricchissimo di minerali.
Alla sera, infine, verrà accesa la pira del grande Falò di San’Antonio, tradizione molto diffusa nel centro Italia, quando per la ricorrenza si preparano alti mucchi di legna che arde per tutta la notte.
Verdure ritenute povere dall’attuale società consumistica e rituali tradizionali del fuoco, l’occasione per rivivere il passato ed avvicinarsi alle realtà rurali ancora molto diffuse nella tuscia e nella maremma laziale.