Per il Sistema bibliotecario del lago di Bolsena, Gianni Abbate, venerdì 18 marzo alle ore 16,30, presso la sala conferenze della Biblioteca di Valentano, ci introdurrà all’umorismo ebraico con il suo “Un witz ci salverà”.
“Lo Humor si trasfigura nella tradizione ebraica” – dice Abbate – “Come una continua affermazione della vita di fronte al male del mondo, come la capacità di distaccarsi e di coinvolgersi continuamente nel continuo divenire dell’essere e quindi, di sorridere anche nella tragedia più totale. Si inizia presto a ridere.
I primi sono Abramo e Sara, lui cento anni e lei novanta, quando gli angeli che li vanno a trovare annunciano loro che avranno il figlio tanto atteso. Attraverso l’operazione umoristica l’ebreo si erge su un piano spirituale superiore rispetto alla sua stessa sorte. Si eleva, quindi, oltre l’immagine che gli altri gli hanno costruito, non disprezzando però la possibilità di sottolineare le sue storture caratteriali. L’ebreo si presenta come un vinto e il vinto può godere del beneficio della pietà, di uno sguardo amorevole e di una compassione che non cede al rancore. Il witz diventa così un’autentica forma di arguzia e di intelligenza.
L’ebreo escluso e marginalizzato, per un attimo, corrispondente al tempo del wirtz, diventa il centro del mondo, e lo diventa nella misura in cui è compiuta la sua marginalizzazione. Il riso ebraico non si abbandona mai ad una scrosciante e scomposta risata, ma è un sorridere leggero, posato e profondo, gravido di senso in quanto quello ebraico è un umorismo pensante. Il popolo ebraico si qualifica storicamente come uno dei popoli più eruditi e alfabetizzati della storia dell’umanità.
E’ già tra il VI e il VII secolo d.C. che Joshua ben Gamla, sommo sacerdote, istituì l’obbligo dei padri di provvedere a insegnare a leggere la Torah ai propri figli. Il popolo ebraico diventa così il primo popolo ad istituire la scuola dell’obbligo. Quest’incontro a Valentano sarà un puzzle Yiddish coinvolgente, colorato, al quale partecipano tutti i personaggi-tipo: ebrei polacchi, americani, russi e tedeschi, commercianti, sarti e rabbini, tornando così sui passi di quel ‘popolo eletto’ cacciato e sparso per il globo, eppure unito dalla propria mastodontica cultura.
Un sorriso antico ed esperto, quello ebraico, di chi fin dall’alba dei tempi ha dovuto sfruttare l’ironia per far fronte alle proprie disgrazie e ha saputo riciclare aneddoti e storielle per forgiare una sagace oratoria in risposta al razzismo e alle calunnie”.
Ingresso gratuito. Info: 3471103270 – iportidellateverina.it