Selci è un piccolo comune della provincia di Rieti, nel cuore della Sabina, che conta circa 1.200 abitanti. Si trova a circa 60 km da Roma e a 35 km da Rieti, incastonato tra colline uliveti e dolci paesaggi rurali. È il luogo ideale per chi cerca un’atmosfera autentica e rilassata, lontano dal turismo di massa.
Origini e storia
Il nome “Selci” deriva dal latino “silex, silicis”, ovvero selce, ad indicare la presenza di rocce silicee. Il borgo affonda le sue radici nel Medioevo, ma l’area era abitata già in epoca romana. Fece parte del sistema difensivo degli abbaziali benedettini di Farfa, con cui ha mantenuto legami storici.
Il centro storico conserva l’aspetto tipico dei borghi medievali, con vicoli stretti, archi in pietra e case in muratura disposte lungo la dorsale collinare.
Cosa vedere
- Chiesa di San Giovanni Evangelista: di origine medievale, è la chiesa parrocchiale del paese. All’interno custodisce arredi sacri e dipinti di pregio.
- Palazzo Baronale: costruito nel XVI secolo dalla famiglia Cesi, conserva elementi rinascimentali ed è oggi sede comunale.
- Porta Romana: antico accesso al borgo, ancora intatto, testimonia l’impianto fortificato originario.
- Mura e torri medievali: alcuni tratti sono ancora visibili lungo il perimetro del paese.
Natura e dintorni
Selci è immersa in un paesaggio collinare ricco di uliveti e boschi, ideale per passeggiate ed escursioni. Da qui partono vari sentieri, anche collegati alla Via di Francesco e ad antiche vie romane secondarie. È inoltre parte della Strada dell’Olio della Sabina, perfetta per itinerari enogastronomici.
Tradizioni e sapori
Selci è famosa per la produzione di olio extravergine di oliva DOP Sabina, autentico fiore all’occhiello del territorio. Da non perdere anche:
- Le sagne co’ le fagiòle, piatto tipico della cucina povera sabina.
- La festa patronale di San Giovanni Evangelista (fine giugno), con processioni, musica e stand gastronomici.
- La Sagra dell’Olio Nuovo (novembre), dedicata al prodotto più rappresentativo del paese.
Curiosità su Selci
1. Il “Feudo delle Selci” e la Famiglia Cesi
Nel XVI secolo, Selci fu parte del vasto patrimonio della nobile famiglia Cesi, una delle più potenti del Lazio. I Cesi furono promotori di numerosi interventi architettonici e culturali nel borgo. Il Palazzo Baronale, oggi sede del Comune, era la loro residenza locale. Federico Cesi, esponente illustre della famiglia, fu anche fondatore dell’Accademia dei Lincei, la più antica accademia scientifica del mondo.
2. Un paese “a forma di spina”
Il borgo antico si sviluppa in maniera longitudinale, come una “spina dorsale” che segue il crinale della collina. Questa forma era funzionale alla difesa e alla gestione delle risorse, con le abitazioni addossate l’una all’altra per protezione reciproca.
3. Selci e la Via di Francesco
Selci è attraversata da una variante della Via di Francesco, il cammino che ripercorre i luoghi visitati dal santo da Assisi. Sebbene non sia una tappa ufficiale, è spesso scelta dai pellegrini per la sua tranquillità e ospitalità rurale.
4. Fontanili e cisterne medievali
Nel sottosuolo di Selci sono ancora presenti cisterne e pozzi medievali usati per raccogliere l’acqua piovana, una risorsa fondamentale nei secoli passati. In campagna si trovano ancora i “fontanili sabini”, piccole vasche in pietra dove abbeverare animali, molti dei quali ancora in uso.
5. Un’antica tradizione del “maggetto”
Nel periodo della festa di San Giovanni, le famiglie selciare usano raccogliere un mazzetto di erbe aromatiche locali chiamato “maggetto”, da mettere sotto il cuscino la notte del 23 giugno. Si dice porti sogni profetici e protezione dalle negatività.
6. Una piccola patria del teatro amatoriale
Selci ha una vivace tradizione di compagnie teatrali locali, che animano la vita culturale con spettacoli dialettali e rappresentazioni popolari, soprattutto in occasione delle feste patronali e sagre. È un modo per tramandare la lingua e le usanze sabine.
7. Ulivi secolari e alberi “parlanti”
Nelle campagne intorno a Selci si possono trovare ulivi centenari, molti dei quali identificabili per forma e soprannome. Gli anziani del posto raccontano storie legate a ciascuno di essi, come fossero “alberi parlanti” custodi di antiche memorie.
Come arrivare
- In auto: facilmente raggiungibile tramite l’autostrada A1 (uscita Ponzano Romano/Soratte) e poi SP657.
- In treno: la stazione ferroviaria più vicina è Stimigliano, sulla linea Orte-Fiumicino Aeroporto, collegata a Roma.