Dopo il grande successo dello scorso anno, Acrobazie Letterarie replica il sold out nella prestigiosa Biblioteca abbaziale, attirando un vasto pubblico giunto anche da fuori provincia, che ha approfittato dell’evento per godersi una breve vacanza a San Martino al Cimino.
L’iniziativa, organizzata da Tuscia Art Lab di Giulia Marchetti e patrocinata dal Comune di Viterbo e Fondazione Carivit, è stata aperta sabato 26 agosto dai saluti del vice sindaco e assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi e del Commissario Straordinario della Biblioteca Consorziale di Viterbo, Paolo Pelliccia, i quali hanno dato il via al convivio letterario tenuto dai tre funamboli delle parole, Claudio Giovanardi, Giuseppe Manfridi e Dario Pisano.
I protagonisti di Acrobazie Letterarie, che l’anno scorso avevano offerto le loro riflessioni sulla leggibilità delle opere considerate difficili, quest’anno si sono cimentati invece sul tema della letteratura “popolare”, cioè la letteratura di massa, sospettata di essere di livello inferiore, a tal punto da rendere “impopolare” chi la legge.
Manfridi ha riflettuto sulla differenza che passa tra “popolarità” e “viralità”, soffermandosi in particolare su alcuni autori francesi come Colette e Minou Druet, poetessa precocissima, vero e proprio caso letterario della metà del secolo scorso.
Giovanardi si è interrogato sul concetto di “lettore medio” così caro ai moderni editori, ribadendo la necessità che la lingua letteraria, per essere davvero tale, possieda un codice alternativo a quello della lingua di tutti i giorni. Ha poi letto e messo a confronto le poesie Casa sul mare di Montale e Congedo del viaggiatore cerimonioso di Caproni per toccare con mano dove risiede il facile e dove il difficile in due poesie molto diverse che affrontano entrambe il sentimento della fine.
E infine Pisano ha riflettuto sulla fortuna di Dante presso i suoi contemporanei, dimostrando, con una serie di gustosi aneddoti, da un lato l’immediato successo che arrise al poeta fiorentino, dall’altro il fatto che tale popolarità gli si ritorse contro nel giudizio autorevole di Petrarca. Quest’ultimo fu invece esaltato da Bembo, il cinquecentesco autore delle Prose della volgar lingua, il quale elesse l’autore del Canzoniere a modello assoluto della poesia lirica considerando invece negativamente l’opera di Dante.
Acrobazie Letterarie è proseguita nella serata di sabato e pomeriggio di domenica, con due opere teatrali di Giuseppe Manfridi – regia di Claudio Boccaccini – magistralmente inscenate dagli attori nel magnifico spazio della Biblioteca, trasformato in teatro grazie a curate scenografie.
Il fazzoletto di Dostoevskij, serrato monologo, interpretato da Paolo Perinelli, con un intenso ritmo tra comico e grottesco, ha riportato il pubblico nella Pietroburgo di fine Ottocento in cui le vicende personali del protagonista, Pavel Petrovic, si intrecciano con quelle del sommo scrittore e filosofo Fëdor Dostoevskij.
Lo spettacolo La supplente, interpretato da Silvia Brogi, ha catturato la platea in una atmosfera surreale, quanto concitata. La protagonista Stella, rivolgendosi al pubblico, chiamato dalla finzione scenica a rappresentare la sua classe di studenti, ha disorientato, stupito e incantato, in un delirante monologo, tinto di euforia, rabbia e dolcezza, che ha estinto il suo travaglio nell’inaspettato, commovente e drammatico epilogo.
Tra parole danzanti e acrobatici monologhi, anche quest’anno Acrobazie Letterarie ha incantato un pubblico attento e partecipe che ha ricambiato con prolungati e affettuosi applausi. Le due giornate si sono concluse con un intenso momento conviviale, accompagnato dal ricco buffet offerto da Sunday Bar di San Martino al Cimino.
Un particolare ringraziamento all’Abbazia di San Martino Vescovo, nella figura di Don Fabrizio Pacelli, per il supporto prestato all’iniziativa, e per la gentile concessione dello spazio della Biblioteca abbaziale.
Giulia Marchetti