“Uno straordinario reperto del nostro passato sta finalmente per essere liberato da un lungo oblio”. Lo scrive in una nota il Prof. Benito dello Siesto in merito a importanti rinvenimenti di reperti riconducibili ai Sanniti rinvenuti a Montenero Val Cocchiara in provincia di Isernia. “Ad un primo sguardo – scrive – sembra un comune muro di pietre, poste a secco l’una sull’altra per separare due campi. Ma ad una osservazione più attenta quelle pietre, perfettamente levigate, ci trasmettono un senso di straordinaria suggestione.
Si tratta, dunque, di qualcosa di ben diverso da una semplice divisione, qualcosa molto indietro nel tempo, conservatosi attraverso i secoli superando guerre, terremoti ed intemperie. Stiamo parlando un’eccezionale testimonianza dell’eta’ dei Sanniti quasi sconosciuta, nonostante si trovi a breve distanza dalle ultime case del paese, sulla provinciale che da Montenero Val Cocchiara porta ai boschi della Forcella e cioe’ della Fortificazione di Fonte Ranella, cosi’ denominata dalla localita’ dove sorge. Da essa i Sanniti raggiungevano le sorgenti delle Tassete e la vicina Aufidena e da essa, inoltre, in tempi a noi vicini sono passati i pellegrini diretti alla Madonna di Canneto.
La costruzione conserva quasi intatto il suo perimetro e raggiunge in alcuni punti i 3 metri di altezza, ma e’ attualmente coperta da una fitta boscaglia che ne impedisce l’accesso e la vista, oltre ad essere sfornita di cartelli che ne segnalino presenza e percorso valorizzandola agli occhi di quanti desiderano tuffarsi nel passato. Ne’ d’altronde e’ mai citata anche nei piu’ recenti testi sull’antico Sannio.
Per tali motivi, e ben conoscendo la sensibilita’ dell’Amministrazione Comunale nel promuovere tutte le attivita’ socio culturali mirate allo sviluppo del territorio, il prof. Benito dello Siesto insieme ad altri concittadini ha inviato al Sindaco e al Consiglio Comunale una sottoscrizione perché possa attuarsi a breve termine un intervento per liberare il sito dalla vegetazione in eccesso e per dotarlo di opportuna segnaletica. Lavori, questi, per i quali sono disposti a collaborare molti monteneresi desiderosi di recuperare una cosi’ importante e straordinaria testimonianza del loro passato che sicuramente potrebbe portare lustro e notorietà al Nostro beneamato Paese”.
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