Negli utili decenni, sempre più spesso, vediamo aggiungere il suffisso “terapia” ad alcune parole, che diventano sempre più comuni. Sentiamo sempre più spesso parole come: teatro terapia, arte terapia, cromo terapia, musico terapia, ad esempio.
Ogni termine che ho appena elencato, sostanzialmente intende definire una pratica, un’ attività o disciplina che induce uno stato di benessere psicofisico.
E’ ormai noto a tutti, il vantaggio fisico e psichico di praticare attività all’aperto immersi nella natura, e ciò induce sempre più persone a praticare vari sport “out door” .
Partiamo dai vantaggi per il corpo:
Salute cardiovascolare e miglioramento della circolazione sanguigna:
Fare attività fisica in montagna, allena il muscolo cardiaco, deputato a irrorare i muscoli impegnati nell’attività, migliora sensibilmente la circolazione sanguigna, riducendo i rischi di patologie cardiovascolari.
Una funzionalità migliore dei globuli rossi:
In montagna, soprattutto trascorrendo del tempo in alta quota, aumenta la produzione di eritropietina, deputata a migliorare la capacità dei globuli rossi di trattenere e trasportare ossigeno nel corpo, aumentando così la resistenza fisica con riduzione della fatica.
Dimagramento e valori metabolici:
Il dispendio calorico in un’attività come ad esempio l’escursionismo, è orientativamente (dipende sia dal peso dell’individuo che dall’intensità dell’escursione, inteso come velocità, difficoltà e dislivello) di circa 400-800 K /h per cui avviene un naturale processo di dimagramento, che incide anche sui valori pressori e metabolici.
Trattiamo ora cosa accade sul piano mentale. Un recente studio di National Geographic, “perché l’escursionismo è particolarmente benefico per il tuo corpo e il tuo cervello” evidenzia una riduzione significativa dello stress, dell’ansia e della depressione, un rafforzamento della memoria, delle capacità cognitive e dell’abilità nella risoluzione dei problemi.
Viene da chiedersi cosa concorre ad alimentare un benessere psichico, oltre che fisico. Le attività “terapeutiche” coinvolgono tutti, o quasi, i nostri sensi, essi ci consentono di percepire e interagire con il mondo che ci circonda. Ma come sono coinvolti durante un’escursione in ambiente naturale?
LA VISTA: Il primo senso coinvolto nell’esperienza è la vista, osservare la meta da raggiungere, contemplare un panorama ricco di colori, che esulano da quelli urbani è uno stimolo benefico per i nostri occhi. I colori, ricordiamo sono “frequenze” che interagiscono su di noi. Il verde, in tutte le sue tonalità ha una lunghezza d’onda di circa 520-570 nanometri che oltre a ridurre la tensione muscolare, a ridurre la fatica oculare e migliorare la visione, abbassa la pressione sanguigna, migliora l’umore, riduce i sintomi di depressione, ha effetti calmanti e rilassanti sul sistema nervoso e aumenta la concentrazione. Non è un caso che come pratica comune, il colore verde venga utilizzato in ambiente ospedaliero o medico per tranquillizzare, aumentare la concentrazione e ridurre lo stress visivo ( in sala chirurgica). Ma oltre ai colori beneficiamo, stando in natura, dell’effetto euforizzante della luce solare, che muta di volta in volta, arricchendo il senso della vista di frequenze- sfumature di colori sempre diversi.
L’OLFATTO: In natura , attraversando i boschi, si percepiscono degli odori, quello delle resine degli alberi, degli aghi di pino, dei fiori e degli arbusti fioriti, ma ogni cosa ha un suo odore, anche la terra bagnata dalla pioggia, del muschio su una corteccia, del legno bagnato. Ogni profumo, anche il più delicato e fine, interviene sui nostri recettori che rilasciano stimoli al cervello. Gli odori, possono quindi evocare emozioni e ricordi.
L’UDITO: La percezione uditiva all’aperto si affina, in montagna non siamo bombardati dallo smog acustico come nei centri urbani, i suoni più comuni sono il calpestio su terra, ghiaia o fogliame, il frusciare del vento tra le chiome degli alberi o il suo sibilare negli anfratti più esposti. L’ascolto dei versi degli uccelli, interrotto dal silenzio nell’avvicinarsi, crea le giuste pause al “tappeto musicale” della montagna.
IL TATTO: Entrare in ambiente montano significa concedersi di sfiorare una foglia , seguire le asperità di una roccia o la ruvidità della corteccia di un albero. Avvertire la tensione dei muscoli avanzando in salita e dei piedi che calpestano il suolo. Ma tatto è anche quel corollario di micro percezioni, come ad esempio la pelle “ sfiorata” dal vento.
IL GUSTO: l’ultimo senso coinvolto è il gusto, ma non solo perché durante un escursione potremmo assaggiare una fragolina di bosco, una mora e salendo più su dei mirtilli, ma ogni escursionista potrà confermare che qualsiasi panino o altro cibo in quota, rigorosamente a fine ascesa, ha davvero un gusto speciale!
Ovviamente, noi utilizziamo contemporaneamente tutti i nostri sensi, ciò amplifica le nostre percezioni ed i vantaggi sulla nostra salute fisica e mentale.
Non dobbiamo dimenticare che al raggiungimento di una meta, nasce una naturale soddisfazione, che alimenta la nostra autostima, non solo per il successo del nostro obiettivo, ma anche per aver superato un nostro personale limite.
Aggiungiamo inoltre un aspetto; fare un escursione è anche un modo per interagire con altri individui che condividono gli stessi interessi naturalistici. Perché un escursione offre l’opportunità di scambio, collaborazione, dialogo e cooperazione tra i suoi partecipanti, affievolendo il senso di solitudine e rafforzando le relazioni amicali. Ed è così che si inizia a star bene, buona escursione in montagna a tutti.
Fonti bibliografiche:
- https://www.tuttosanita.com/lalta-quota-fa-bene-alla-psiche-e-al-corpo/
- https://www.newssalute.it/2021/11/23/differenziazione-dei-colori-dei-camici-in-base-alla-professione/
Anna Molisso
arteterapeuta metodo integrato
Associazione Atargatis APS