Lasciando Sutri in direzione di Roma, a circa un chilometro e mezzo dalla piazza centrale, a sinistra sulla Via Cassia, si nota un viottolo che scende gradatamente a valle.
Percorsi pochi metri, appare una grotta a due stanze sorrette da una colonna. La tradizione popolare, rafforzata dai poemi cavallereschi franco-veneti del XII secolo, vuole che qui sia nato Orlando Paladino, Marchese del Chiaramonte, Conte di Blaye e Gonfaloniere della Chiesa Cattolica Apostolica Romana; più probabilmente ci troviamo di fronte ad una tomba etrusca a camera. La leggenda racconta che Carlo Magno aveva una sorella di nome Berta, la quale ebbe l’impudenza di invaghirsi di un valoroso condottiero privo di titolo, di nome Milone. Il re, adiratosi, scacciò la donna dalla corte assieme al suo innamorato sgradito. Per quest’ultimo divenne vitale cercare chi lo assumesse al proprio servizio ma, respinto da tutti, fu costretto a dirigersi verso Roma per chiedere al Papa di intercedere presso il re. Durante la sosta a Sutri, in quella grotta, Berta fu colta dalle doglie del parto e mise alla luce un bel bimbo. Mentre lo accudiva un giorno il piccolo le scivolò di mano iniziando a rotolare sull’erba del pendio e facendo esclamare alla madre disperata “Ooh le petit rouland”. Da qui venne il suo nome e quello della valle che ancora è chiamata Rotoli.
Il ragazzo crebbe sano e robusto, divenendo capo della gioventù Sutrina, meritandosi la carica di “re del carnevale” e conducendo una vita spensierata fino a quando non giunse a Sutri la corte di Carlo Magno. Il re dei Franchi era diretto a Roma e tant’era l’euforia che suscitavano i re e il suo seguito al passaggio. Contagiato da tanta eccitazione, Orlando non perse tempo a mettersi in mostra. Si travestì da servitore, si infiltrò nella sala del banchetto reale e sottrasse con la velocità del fulmine la coppa dove aveva appena bevuto il sovrano.
Carlo, più meravigliato che adirato per l’accaduto, sfidò giocosamente il ladro a ripetere la malefatta il giorno successivo. L’azione si ripetè identica, ma sulla strada di casa Orlando trovò tre dignitari del re che, riconosciuta la madre Berta come sorella del sovrano, permisero il ricongiungimento dei familiari da tempo divisi. Rientrando in Francia, Carlo Magno volle suo nipote al fianco, ma Orlando pretese che il suo compagno Oliviero – Sutrino autoctono – lo accompagnasse, divenendo poi con lui Paladino di Francia. (entrambi morirono combattendo contro i Saraceni nella battaglia di Roncisvalle, nell’agosto del 778.) Svariate città, soprattutto in Francia, si vantano di aver dato i natali a Orlando, ma Sutri non ha merito minore, specie se si legge quanto riportato dal cronista Andrea da Barberino. Questa leggenda si tramanda comunque a Sutri di padre in figlio – se non volete inimicarvi gli abitanti del luogo, è meglio che non la mettiate in dubbio! del resto, la varietà ha certamente depositato nella leggenda qualcosa di vivo, quella fragranza che sa più di cosa vissuta che di invenzione.