Gli scacchi sono molto più di un gioco da tavolo. Sono un campo di battaglia intellettuale, uno specchio della storia umana e, soprattutto, un pozzo senza fondo di leggende, misteri e fatti bizzarri. Per ogni partita giocata secondo le regole della logica, c’è una storia che sfuma nel mito.
Dall’invenzione del gioco alla follia dei suoi campioni, ecco un viaggio nelle leggende e nelle curiosità più affascinanti della scacchiera.
La Leggenda dei Chicchi di Riso: L’Invenzione e la Ricompensa
La storia più famosa sulle origini degli scacchi è un potente monito matematico. Si narra che un antico re indiano (o persiano, a seconda della versione) fosse così entusiasta dell’invenzione del gioco (allora chiamato Chaturanga) che offrì al suo inventore, Sissa, qualsiasi ricompensa desiderasse.
L’inventore fece una richiesta apparentemente modesta:
“Desidero solo del riso. Un chicco sulla prima casella della scacchiera, due sulla seconda, quattro sulla terza, otto sulla quarta, e così via, raddoppiando per ognuna delle 64 caselle.”
Il re, quasi offeso dalla semplicità della richiesta, acconsentì immediatamente. Fece chiamare i suoi matematici per calcolare il totale. Ben presto, però, i saggi del regno tornarono pallidi: l’importo non poteva essere pagato.
Il numero di chicchi richiesti ammontava a $2^{64} – 1$, ovvero 18.446.744.073.709.551.615 chicchi di riso. Una quantità che, secondo i calcoli moderni, supererebbe l’intera produzione mondiale di riso per secoli. La leggenda si conclude in modi diversi: in alcuni, il re, umiliato, nomina Sissa suo primo consigliere; in altri, lo fa giustiziare per la sua insolenza.
Il Turco Meccanico: L’Automa che Sconfisse Napoleone
Alla fine del XVIII secolo, l’Europa fu stregata da un’invenzione prodigiosa: “Il Turco”. Creato dall’ungherese Wolfgang von Kempelen, era un automa a grandezza naturale, vestito con abiti ottomani, seduto davanti a un armadietto. Il Turco era apparentemente in grado di giocare a scacchi ad altissimo livello.
L’automa fece il tour delle corti europee, sconfiggendo giocatori esperti e celebrità, tra cui Napoleone Bonaparte e Benjamin Franklin. Von Kempelen apriva gli sportelli dell’armadietto prima di ogni esibizione, mostrando un complesso sistema di ingranaggi e leve, per dimostrare che fosse solo meccanica.
Naturalmente, era un’illusione ingegnosa. All’interno dell’armadietto, abilmente celato da un sistema di specchi e pannelli scorrevoli, si nascondeva un maestro di scacchi umano (diverso nel corso degli anni). Il Turco non era un’intelligenza artificiale ante litteram, ma uno dei più grandi e affascinanti imbrogli della storia.
Genio e Follia: Le Ossessioni dei Campioni
Il mondo degli scacchi è pieno di menti brillanti, ma la linea che separa il genio dall’ossessione è spesso sottile.
- Bobby Fischer: Forse il più famoso e tormentato campione del mondo. La sua “Partita del Secolo” contro Boris Spassky nel 1972 fu un evento della Guerra Fredda. Fischer era tanto brillante quanto paranoico: si lamentò del ronzio delle telecamere, dell’illuminazione, delle sedie e persino dell’aria, costringendo gli organizzatori a spostare le partite in una stanza secondaria. Dopo la vittoria, scomparve dal mondo degli scacchi per vent’anni.
- Paul Morphy: Considerato il più grande giocatore della sua epoca (metà XIX secolo), si ritirò dagli scacchi a soli 26 anni, disgustato dalla mancanza di avversari alla sua altezza. Trascorse il resto della sua vita in uno stato di paranoia e delusione, finendo per morire in solitudine.
Curiosità dalla Scacchiera
Non solo i giocatori, ma anche i pezzi e le regole hanno storie da raccontare.
- La Regina Onnipotente: Oggi la Regina (o Donna) è il pezzo più potente, capace di muoversi in ogni direzione. Ma non è sempre stato così. Nelle prime versioni del gioco (come lo Shatranj persiano), il pezzo corrispondente era il Fers (Consigliere) ed era debolissimo: poteva muoversi solo di una casella in diagonale. La sua trasformazione avvenne in Europa intorno al XV secolo. La leggenda vuole che questa “promozione” sia stata un omaggio a regine potenti dell’epoca, come Isabella I di Castiglia, che consolidarono il loro potere.
- L’Esperimento delle Sorelle Polgár: L’educatore ungherese László Polgár decise di dimostrare una tesi: “I geni si creano, non si nascono”. Educò le sue tre figlie, Susan, Sofia e Judit, al di fuori del sistema scolastico tradizionale, concentrandosi intensamente sugli scacchi. Il risultato? Tutte e tre divennero maestre. Judit Polgár, in particolare, è universalmente riconosciuta come la più forte giocatrice di scacchi femminile della storia, capace di competere e sconfiggere i migliori giocatori maschi del mondo.
- Perché esiste l'”En Passant”? Quella strana e spesso dimenticata regola della “presa al varco” (quando un pedone al quinto rango cattura un pedone avversario che si è appena mosso di due caselle, come se si fosse mosso solo di una) non è sempre esistita. Fu introdotta nel XV secolo, contemporaneamente alla regola che permetteva ai pedoni di avanzare di due caselle alla loro prima mossa (per velocizzare il gioco). L’en passant fu creato per evitare che un pedone potesse “scappare” da un pedone avversario già avanzato semplicemente usando la nuova mossa doppia.
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