Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023, dovremo spostare le lancette dell’orologio un’ora in avanti, dalle ore 2:00 alle ore 3:00, in quanto tornerà in vigore l’ora legale.
Per un giorno dormiremo un’ora in meno, ma avremo giornate più lunghe e più luce, permettendo di consumare meno corrente elettrica. L’ora legale rimarrà in vigore fino all’ultima domenica di ottobre.
Tuttavia il cambio dell’ora potrà portare stanchezza, irritabilità, disturbi del sonno e stress. Il tutto solitamente svanisce nel giro di pochi giorni, con i vantaggi che l’orario estivo porta con sé.
Storia dell’ora legale
L’ora legale nasce da un’idea di Benjamin Franklin, che pubblicò nel 1784, sul Journal de Paris, la soluzione di spostare un’ora avanti le lancette dell’orologio con l’arrivo della primavera, per approfittare delle giornate più lunghe e risparmiare così il consumo di candele.
Nel 1907 il costruttore inglese William Willet riprese l’idea dell’ora legale per esigenze di risparmio economico e di miglioramento della produzione industriale.
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale rese impellenti queste esigenze al fine di aumentare lo sforzo bellico, e nel 1916 la Camera dei Comuni inglese adottò il British Summer Time, l’odierna Ora Legale.
La Gran Bretagna fu presto imitata da altri Paesi europei, tra questi anche l’Italia, dove il nuovo orario estivo rimase in vigore fino al 1920, per poi entrare definitivamente in vigore a partire dal 1966.
Solo nel 1996 l’ora legale venne adottata comunemente in tutta Europa.
In Italia l’ora legale nacque come misura di guerra nel 1916, tramite il decreto legislativo luogotenenziale n. 631 del 25 maggio che modificò il precedente Regio Decreto n. 490 del 10 agosto 1893 relativo al meccanismo di calcolo dell’ora in vigore nel paese, rimanendo in uso fino al 1920.
Dal 1940 al 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della seconda guerra mondiale.
L’ora legale stabilita da tale legge, applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre.
Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980 anticipando l’inizio alla prima domenica di aprile e poi dal 1981 all’ultima domenica di marzo.
Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme con il resto dell’Europa quando la fine fu spostata all’ultima domenica di ottobre.
Solo nel 2010 l’Italia fissò l’inizio dell’ora legale alle ore 2:00 del mattino dell’ultima domenica di marzo e il termine alle 3:00 del mattino dell’ultima domenica di ottobre.
Nuove disposizioni europee
La Commissione Europea ha deciso di porre fine a alla pratica di cambio orario e di avere l’ultimo cambio di orario ad aprile 2021 entro tale data ogni Paese Europeo dovrà scegliere quale orario adottare. In sostanza, non ci sarà più alcun cambio dell’ora ma gli Stati dovranno scegliere il fuso più adatto alle loro esigenze.
Italia non ha ancora deliberato nulla in merito pertanto rimane ancora valida l’alternanza tra ora solare e legale.
Certo è che il cambio dell’ora, per quanto si tratti solo di un’ora, viene percepito in modo molto differente da Paese a Paese e se nei Paesi europei della fascia mediterranea, l’ora solare è meno ‘gradita’ dell’ora legale, per i Paesi del Nord Europa la musica cambia.
In Paesi come Spagna e Italia ad esempio, l’ora legale e le giornate più lunghe sono viste favorevolmente perché, risparmio energetico a parte, si favorirebbero turismo ed economia raffreddando, e non poco, gli entusiasmi per l’ora solare. In generale, si può affermare che sono pochi i Paesi a tifare per l’ora solare tutto l’anno.
Basti pensare che c’è addirittura uno studio dell’Osservatorio francese della sicurezza stradale, che nei giorni immediatamente successivi al passaggio all’ora solare, ha registrato un aumento degli incidenti stradali che hanno come vittime i pedoni.