Venerdì 22 Luglio dalle 18.30 alle 23.45, il Giardino delle Civette di Grottaferrata è pronto per ospitare nuovamente “Ceci n’est pas un Villino”, evento giovanile che già lo scorso Maggio ha rappresentato un momento sociale e culturale importante per la comunità locale.
Protagonisti i giovani, con la collaborazione delle associazioni giovanili di Grottaferrata: Archè, Compagnia della Vinaccia, Crypters, Nesos e Thambos, con il patrocinio del Centro Socio Culturale e del Comune di Grottaferrata.
L’evento rappresenta un raro momento di condivisione di arte, cultura e libera espressione, dal coro al karaoke, dalla fotografia alla pittura dal vivo, dagli scacchi alla pallacanestro e tante altre attività sociali, l’iniziativa è ad ingresso gratuito.
Per questa edizione lo slogan e tema della comunicazione è “In Fuga dal Metaverso” una critica pesante al concetto di realtà virtuale come prospettiva del nuovo futuro.
L’evento, infatti, si contrappone per definizione ad un incontro virtuale, proponendo una socialità ritrovata intorno al Giardino delle Civette animata dalle associazioni culturali, dove una comunità giovanile non indossa visori ma co-partecipa alla realizzazione di uno spazio/evento.
La locandina riprende tutti i concetti e punta alla loro rappresentazione: in una proiezione futura nella quale la realtà è rappresentata come un enorme deserto, priva ormai di qualunque interazione sociale, il Metaverso è divenuto protagonista della modernità ed è rappresentato nel televisore. Come ormai tratto distintivo della comunicazione, la connessione con il Metaverso appare interrotta da un collegamento con il Villino, che appare animato da libertà espressiva, spensieratezza e gioia e rinascimento, come quello che ci auguriamo tutti noi per la comunità giovanile di questo paese.
Seduto sulla poltrona troviamo un uomo, rappresentazione del potere, di chi decide e prende decisioni per tutti, di chi osserva i giovani e non se ne cura, di chi si gode lo spettacolo in poltrona pronto a spegnerlo e a regolarlo come e quando vuole, con il potere del telecomando.
In questa rappresentazione, tuttavia, l’uomo in poltrona non può nulla contro l’interferenza, in quanto il telecomando punta ad un televisore non alimentato. Il messaggio che si vuole dare è chiaro: quando i ragazzi si ritrovano in una comunità nessuno ha veramente il potere di spegnere il loro segnale.