Monacato di Villa Eucheria – Criptoportico
Il complesso monastico benedettino femminile ricalca i resti di una villa di epoca sillana. Interessante la visita al ciptoportico, addossato, con funzione statica, al basamento meridionale della villa. È realizzato in opera incerta, mentre la struttura interna presenta varie tecniche murarie ascrivibili alla tarda repubblica romana. Il criptoportico prendeva luce da una serie di aperture a bocca di lupo, fortemente rimaneggiate nel corso dei secoli. La decorazione, a riquadri incisi nell’intonaco, e a finta opera quadrata dipinta nella volta, risale alla tarda età imperiale. La chiesa di S. Maria del Monacato (o Palazzolo) era ad aula unica con abside semicircolare che, in epoca barocca, fu occultata con la costruzione di un muro insieme al ciclo di affreschi. Negli anni ’70 del Novecento le antiche pitture furono riportate alla luce. Le pareti della navata erano, invece, decorate da dipinti tre-quattrocenteschi, dei quali rimangono 6 pannelli ora esposti nella Chiesa di S.Rocco.
Porta Romana
I cospicui resti monumentali testimoniano la grandezza della città di Aquinum, fiorente municipium al tempo di Cicerone e colonia ai tempi di Ottaviano, Marco Antonio e Lepido nel I sec. a.C., e ora divenuta area di interesse archeologico. La forma della città è perfettamente ricostruibile, restano ben visibili gli assi principali della centuriazione e dell’urbanistica cittadina. Per l’occasione swi propone un tour che vuole fare un viaggio nel tempo, partendo dall’estremo settore occidentale dell’area archeologica, dove la via Latina varcava la Porta Pomana per diventare il decumanum maximus della città.
Torre Quadrata
La Torre Quadrata, collocata nell’estremo settore occidentale dell’area urbana, a pochi metri dalla Via Latina e dalla Porta Romana, è databile tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C. Si tratta di una delle torri che costituivano il sistema di difesa della città. La costruzione è realizzata in grossi blocchi di travertino messi in opera senza malta. La tecnica edilizia è l’opera poligonale, ma è evidente l’utilizzo anche dell’opera quadrata. Non rare sono le inzeppature di pietrame, probabili scaglie di scarto della lavorazione dei blocchi stessi, a colmare gli spazi tra i singoli conci. La superficie esterna è irregolare, mentre la pianta della struttura è di forma quasi quadrata (misura 6,40×6,80 metri), con un elevato massimo di 2,80 metri.
Edificio Absidato Tempio di Diana
Il Tempio di Diana è posto in un settore centrale di Castrocielo, presenta una struttura costruita in grossi blocchi di travertino squadrati e messi in opera senza malta, di cui si conserva solamente un’abside semicircolare e brevi lacerti delle ammorsature dei muri laterali che ha conservato parte della decorazione del podio. Uno scavo alle spalle dell’abside ha portato alla luce un pavimento in basoli di uno dei decumani della città. Le campagne di scavo hanno rilevato, inoltre, la presenza di resti delle pareti laterali, caratterizzate da due coppie di muri paralleli tra loro. Il monumento è variamente datato al II sec. a.C., all’età augustea, o più genericamente nella seconda metà del I secolo a.C. Gli elementi planimetrici, pur non essendo decisivi, inducono ad identificare l’edificio come una basilica o un Augusteum. Di estremo interesse la scoperta, a est del monumento, di una grande platea in cocciopesto ritenuta il foro della città.
Tempio Maggiore – Capitolium
Era probabilmente l’edificio più imponente della città, la cui struttura si innesta su una preesistenza cultuale di epoca preromana. Del grande tempio restano il muro di fondo e un breve tratto del muro laterale, in opus quadratum. L’edificio poggia su un podio parzialmente interrato alto 2,40 metri. La parte sommitale del muro di fondo è coronata da un fregio dorico a metope lisce e triglifi ancora visibile. Si sono conservate anche la cornice e un filare del timpano. Il muro orientale è assai più frammentario e manca la pavimentazione, spogliata a più riprese nei secoli passati. Sulla parete di fondo della parte Ovest sono visibili i resti di un affresco medievale che denuncia una riconversione della struttura templare in chiesa cristiana. Diverse sono le ipotesi circa la divinità o le divinità a cui il tempio era dedicato. La tradizione vuole che fosse dedicato a Cerere Elvina, mentre recentemente si ritiene più plausibile l’attribuzione a Iuno Pupluna o Iuno Regina Populonia.
Anfiteatro
Sito nel settore sud-occidentale della città, l’Anfiteatro, di cui sono visibili solo pochi resti, è stato gravemente danneggiato durante la realizzazione dell’autostrada del Sole tra il 1960 e il 1961. Durante i lavori di ampliamento della terza corsia, tra il 1985 e 1986, sono stati riportati alla luce due grandi dolia globulari, attualmente conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Cassino. Nonostante le varie campagne di scavi, sono ancora troppo pochi, a parte la tecnica muraria in opus reticulatum e ricorsi di laterizi con ammorsature in blocchetti di travertino, gli elementi utili per avanzare una cronologia definitiva, spesso riferita alla metà del I sec. d.C. Il rilievo della struttura ha permesso comunque di osservare alcuni particolari, come la presenza di due corridoi anulari fra i setti radiali e l’area dell’arena.
Teatro
Lungo la Via Latina sono visibili i resti del teatro: i muri sono in cementizio e i paramenti murari sono caratterizzati da un’opera reticolata con cubilia in travertino locale. Del teatro molti sono gli elementi architettonici mancanti, rendendo complicato avanzare proposte ricostruttive solide. Il primo vero intervento di scavo archeologico si deve alla Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale, che ha realizzato due interventi in corrispondenza dell’asse minore della cavea e in prosecuzione del primo setto verso l’orchestra. Con le indagini del 2015 si è provveduto a una prima pulizia del monumento e allo scavo preliminare di alcuni setti radiali conservati. Inoltre sono stati portati alla luce non solo svariati elementi architettonici relativi all’apparato decorativo, ma anche i resti della volta a botte che sorreggeva il soprastante ordine di gradinate.
Chiesa di San Tommaso
Nei pressi di Porta Romana, sull’antica via Latina si trova la chiesa medievale di San Tommaso. Il sobrio prospetto è arricchito ai lati da semicolonne in travertino con listello che in origine erano sovrastate da capitelli collegati fra di loro da una cornice sottile ben visibile nelle stampe ottocentesche. Nella facciata è inserita l’iscrizione: CIL X, 5450; una cornice e fascia decorata con girali, racemi, uccelli ed erote centrale. Un altro blocco di età romana, decorato con festone, si trova subito dietro l’angolo di destra alla base del muro esterno. Una “Ecclesia S.Thome” è ricordata già nel 1308, ad essa fu poi annesso un monastero domenicano poi soppresso nel 1652. All’inizio del sec. XIX l’edificio appare adibito a cimitero. Nella chiesa sono esposte due sepolture femminili costruite in grandi blocchi di travertino su cui si aprono nicchie con capitelli eolici, rappresentative della ricchezza della società sidicina stanziatasi nel territorio intorno al IV-III sec. a.C.
Metateca
La Metateca è ospitata nel Casale Pascale e rappresenta l’elemento più innovativo di tutta l’area archeologica; le nuove tecnologie e l’antichità si fondono in un allestimento che sfrutta le potenzialità virtuali della “realtà aumentata”. Nella prima sala un plastico dell’area di scavo è arricchito da proiezioni interattive che presentano al visitatore ricostruzioni tridimensionali degli ambienti del complesso termale. Due finestre virtuali, “aperte” nelle pareti della stanza, permettono di affacciarsi e osservare l’edificio ricostruito nelle sue forme originali. Nella seconda stanza proiezioni 3D sul pavimento mostrano i resti sottostanti al casale, mentre alcuni preziosi reperti rinvenuti in frammenti, sono ricostruiti nella loro interezza attraverso la realtà virtuale.
Terme Centrali
L’imponente complesso termale, di tipo “pompeiano”, risale al I sec. a.C., anche se intorno al II sec. d.C. alcune parti del monumento subirono delle modifiche. Dal IV sec. d.C. subì un’intensa attività di spoliazione; tra V e VII sec. d.C. l’area fu utilizzata come luogo di sepoltura, forse in connessione con l’arrivo dei Longobardi. Sono stati scavati 60 ambienti su oltre 6.000 mq, che sono, tuttavia, solo una parte dell’intero monumento. Sono stati individuati tre ingressi e due grandi frigidaria, che lasciano ipotizzare un utilizzo simultaneo da parte di uomini e donne. Sono state, inoltre, portate alla luce due vasche per bagni in acqua fredda. La vasca sud conserva le lastre marmoree di rivestimento e gli intonaci dipinti, oltre a una testa di Ercole barbato con leontè. Dal frigidarium si accedeva al settore con gli ambienti riscaldati. Gli scavi hanno portato alla luce anche il tepidarium, diversi calidaria, una piscina, la latrina delle terme e molti splendidi mosaici.
Via Latina
Delle numerose strade romane, la Via Latina era una delle più antiche. Delineava un tracciato già percorso in epoca protostorica e arcaica per attraversare la valle del Fiume Liri. La strada fu regolarizzata all’epoca della colonizzazione romana del Lazio meridionale, a partire dal IV-III sec. a.C. La Via partiva da Roma, da Porta Capena, come l’Appia, e attraversava molti centri importanti fino a raggiungere Capua. Nell’agro Aquinate era l’asse portante della centuriazione, ma poco prima della città compiva una deviazione per attraversarla, assolvendo alla funzione di decumanus maximus su cui erano dislocati i monumenti principali. Oggi ne resta visibile un tratto di 250 metri: la strada, larga 3,40 metri, era costruita con blocchi di basalto e affiancata da marciapiedi realizzati con blocchi di calcare bianco, ancora visibili in diversi punti. Dopo l’Arco di Marcantonio, probabile limite del pomerium, si divideva in due tronconi: verso Interamna Lirenas a sud-est e Casinum ad est.
Porta San Lorenzo
Uno dei monumenti meglio conservati di Aquinum è Porta San Lorenzo, nota anche come Porta Capuana, che si colloca nel settore orientale dell’area urbana della città romana e sotto cui passa l’antica Via Latina. E’ costruita in opera quadrata, con blocchi di travertino locale. La pianta è rettangolare e gli archi di ingresso sono a tutto sesto con una sola ghiera di conci. Le facciate del monumento sono lisce, ad eccezione di quella occidentale, ornata due nicchie rettangolari ai lati del fornice, che dovevano ospitare degli elementi decorativi. Internamente il cavedio della struttura presenta quattro pilastri angolari sormontati da mensole o capitelli dal profilo rettilineo. La datazione che la colloca nell’età romana, II-III secolo a.C., è stata rimessa in discussione: infatti gli aspetti stilistici, architettonici e le osservazioni di tipo storico porterebbero a datare il monumento verso il XIII secolo, in un contesto cronologico e costruttivo svevo-federiciano.
ORARI:
Sabato: 09:00 – 13:00 / 15:00 – 17:30
Domenica: 09:00 – 13:00 / 15:00 – 17:30