Terzo anno di apertura al pubblico per l’isola Bisentina, nel lago di Bolsena, che da venerdì 21 giugno a domenica 3 novembre accoglie i visitatori con un nuovo percorso di visita. Dopo un importante restauro, voluto dalla famiglia Rovati, proprietaria dell’isola dal 2017, è di nuovo accessibile la grande chiesa dei santi Giacomo e Cristoforo. La chiesa è stata originariamente costruita e dedicata a san Giovanni Battista da Ranuccio Farnese il vecchio, che ha voluto per la propria famiglia un mausoleo sull’isola. È stato il cardinale Alessandro Farnese il giovane a costruire sopra questo preesistente edificio l’imponente monumento che oggi vediamo: la chiesa dei santi Giacomo e Cristoforo, la cui edificazione ha inizio nel 1588 su disegno di Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, e termina all’epoca di Odoardo Farnese tra il 1602-1603. È lo stesso Odoardo a commissionare ad Annibale Carracci le tele degli altari, nel tempo saccheggiate.
La mostra “La dama dell’unicorno, Giulia Farnese e l’isola Bisentina”, allestita all’interno della chiesa, racconta la vita di Giulia Farnese attraverso le immagini dei luoghi da lei frequentati e documenti storici. Le immagini, realizzate dall’artista Manfredi Gioacchini, illustrano, da Capodimonte a Roma, i luoghi che furono teatro della vita e delle vicende della giovanissima sposa di Orsino Orsini, amante di Rodrigo Borgia e sorella del futuro papa, Paolo III, nonché abile imprenditrice, benefattrice e paladina dei diritti delle donne, e lei stessa donna libera.
Quest’anno il percorso di visita include anche la cappella a pianta ottagonale di santa Caterina disegnata da Antonio da Sangallo il giovane e posta su uno sperone di roccia alto 22 metri e la cappella del crocefisso o del monte Calvario, che conserva un prezioso crocifisso attribuito alla mano di Benozzo Gozzoli. Per la prima volta è possibile ammirare anche la pietra di fondazione della chiesa, all’interno dello stesso edificio.
Fra i boschi dell’isola è possibile ammirare l’opera site specific di Federico Gori, Il vello d’oro, una cupola di resina ricoperta di foglia d’oro integrata al leccio più antico, per isolarlo dall’umidità. L’opera ha dato inizio a un progetto di commissione ad artisti contemporanei in dialogo con i monumenti antichi presenti sull’isola.
Integra le iniziative di quest’anno la pubblicazione del volume di Francesco Barberini “In volo sull’isola bisentina”. “Aspirante ornitologo”, in un anno di studio sull’isola, il giovane Barberini ha identificato i flussi migratori e l’avifauna stanziale, che fa dell’isola un’oasi privilegiata e fondamentale per la tutela della biodiversità.
Manfredi Gioacchini è un rinomato fotografo e regista noto per il suo lavoro in Europa e negli Stati Uniti. Con una profonda passione per le arti classiche, ha trovato la sua espressione creativa in varie forme di fotografia, tra cui ritrattistica, fotografia di interni e documentaristica. Nel corso della sua carriera ha sviluppato un vivo interesse nel documentare le azioni umane nei confronti della natura, sottolineando l’importanza di catturare il rapporto tra le persone e l’ambiente.
Come esperienza storico-didattica per tutte le età, l’isola Bisentina invita i visitatori – sul modello della caccia al tesoro – alla ricerca dell’effigie dell’unicorno sulle facciate degli antichi palazzi dei borghi farnesiani della Tuscia. Sull’isola i visitatori possono trovare un qr code per dirigerli verso il primo dei paesi limitrofi al lago, in cui scoprire il palazzo farnesiano che reca l’altorilievo del mitologico animale. A destinazione raggiunta, un secondo qr code li porta alla destinazione successiva, in una sequenza che ci rende testimoni delle diverse rappresentazioni della creatura prediletta da Giulia Farnese.
Racconta Sofia Elena Rovati, direttrice del progetto dell’isola Bisentina e curatrice della mostra: “Questa mostra è il risultato di una ricerca cominciata per trovare Giulia, ma che poi si è trasformata in una vera e propria caccia all’unicorno, come se questo animale mitologico fosse stato da lei scelto per raccontare sé stessa, in un momento in cui la sua bellezza divenne troppo scomoda per continuare ad essere celebrata dai grandi pittori del tempo. Dopo aver favorito grazie alla sua relazione con il papa l’ascesa al potere di suo fratello Alessandro, Giulia Farnese subisce una damnatio memoriae per la quale la donna più bella del rinascimento, che durante i suoi anni da sponsa Christi come favorita del papa conobbe e forse posò per molti tra i pittori che passarono per la corte di Alessandro VI, oggi non ha un volto. Da qui il desiderio di volerla conoscere e raccontare la sua storia attraverso i luoghi a lei più familiari e che ancora oggi abbiamo la grande fortuna di ammirare. Da Carbognano a Vasanello, da castel sant’Angelo a palazzo Farnese, fino a Ischia di Castro e alla stessa isola Bisentina, dove Giulia desiderava essere sepolta, l’unicorno – emblema farnesiano – si anima e prende vita, accompagnandoci in un viaggio alla scoperta della sua dama. A volte lo si vede ritratto dormire in grembo a una giovane donna, come nell’afffresco del Domenichino a palazzo Farnese a Roma; altre in atteggiamenti decisamente più audaci come nel ciclo di affreschi nel castello di Carbognano; a seconda del luogo in cui ci troviamo l’unicorno ci racconta una diversa versione della vita di Giulia, rendendola un personaggio complesso, intrigante ma contemporaneo. Oserei dire, una femminista ante litteram.”
Il costo del biglietto non include il servizio di trasporto all’isola Bisentina. E’ necessario acquistare un biglietto separato ai due moli di partenza: Bolsena e Capodimonte. Le tariffe per i battelli si trovano sul sito www.isolabisentina.org
Informazioni:
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