Nascosta tra le pieghe più remote dei Monti Aurunci, alle falde del Monte Petrella, si apre una conca tanto perfetta da sembrare artificiale, un anfiteatro naturale celato agli occhi degli escursionisti distratti. È Fossa Juanna (o Joanna), una vasta dolina carsica a oltre 1300 metri di quota, un cerchio di prato del diametro di oltre cento metri, abbracciato da una fitta e antica faggeta.
Ma Fossa Juanna non è solo una meraviglia geologica. Per secoli, è stata il cuore pulsante del folklore locale, un luogo dove il confine tra il mondo reale e quello del soprannaturale si fa sottile, quasi impercettibile. È un luogo che vive di sussurri, di storie tramandate a mezza voce nelle lunghe serate invernali, di leggende che affondano le radici in una sapienza antica e pagana.
La Fossa delle Streghe
Il nome stesso, Fossa Juanna, non è un semplice toponimo, ma l’eco di una storia. Si narra che “Juanna” fosse il nome di una potente fattucchiera, o forse di una janara (la strega della tradizione campana e del basso Lazio), che aveva scelto questa dolina isolata come sua dimora e laboratorio. Qui, lontana da occhi indiscreti, Juanna praticava le sue arti, raccoglieva erbe alchemiche e preparava pozioni.
La sua figura, come spesso accade nel folklore, è ambivalente. Alcuni racconti la dipingono come una guaritrice, una donna in profondo legame con la natura, capace di curare i mali del corpo e dello spirito. Altre versioni, più cupe, la descrivono come un’adepta di culti oscuri. Una leggenda, in particolare, lega la sua fine ai briganti che infestavano queste montagne: si dice che Juanna fu scoperta e arsa viva proprio dentro la sua fossa, forse dagli stessi briganti per aver rivelato il loro nascondiglio, o forse da genti spaventate dalla sua fama.

Il Sabba della Notte di San Giovanni
Che fine abbia fatto la singola strega Juanna, la sua Fossa rimase per sempre il luogo deputato all’incontro delle forze magiche. La leggenda vuole che questo prato circolare fosse il luogo d’elezione per i raduni delle janare dei Monti Aurunci.
Si racconta che in notti specifiche, e in particolare durante il solstizio d’estate (la Notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno), la Fossa si animasse di danze e riti. Le streghe, giungendo in volo dai paesi circostanti, si riunivano qui per celebrare il loro sabba, danzando attorno a grandi fuochi, preparando l’acqua di San Giovanni con i fiori raccolti e scambiandosi segreti arcani. Si dice che in quelle notti, chiunque avesse osato avventurarsi fin lassù, non sarebbe più tornato indietro, o ne sarebbe tornato privo di senno.
L’Aneddoto dei Cavalli e le Criniere Intrecciate
Le storie più affascinanti sono spesso quelle che legano la leggenda alla vita quotidiana, come gli aneddoti raccontati dai pastori che da sempre portano le loro mandrie su questi alpeggi.
Una delle credenze più diffuse e ostinate riguardava proprio i cavalli. I pastori di Spigno Saturnia e di Maranola evitavano accuratamente di lasciare i cavalli al pascolo notturno dentro Fossa Juanna. Non era un timore dettato dai lupi, ma da qualcosa di più inspiegabile.
Si narra, infatti, che se un cavallo veniva lasciato lì dopo il tramonto, al mattino seguente il pastore lo avrebbe ritrovato immobile, sudato e spaventato, ma soprattutto con la criniera e la coda annodate in centinaia di minuscole e fittissime treccine, impossibili da sciogliere se non tagliandole.
Per la gente del posto, non c’erano dubbi: erano state le janare. Nella notte, le streghe avevano “preso” il cavallo, usandolo per le loro scorribande notturne o, più semplicemente, divertendosi a tormentarlo e a lasciare un segno inequivocabile della loro presenza.
Il Genius Loci di Fossa Juanna
Ancora oggi, chi visita Fossa Juanna non può fare a meno di percepire un’atmosfera particolare. Sarà il silenzio ovattato dalla faggeta, la nebbia che spesso sale improvvisa e riempie la dolina come una coppa, o la sua natura appartata, invisibile fino all’ultimo passo.
Si racconta che nessuno sia mai riuscito a trascorrere un’intera notte accampato nel centro esatto della Fossa. C’è sempre “qualcosa” che lo impedisce: un rumore improvviso, un senso di inquietudine, la sensazione opprimente di essere osservati dalle ombre dei faggi.
Leggende, superstizioni o semplice suggestione? Poco importa. Fossa Juanna rimane uno scrigno di storie, un luogo dove la montagna custodisce ancora i suoi segreti più antichi, e dove il vento, tra le foglie, sembra ancora sussurrare il nome di Juanna.















