Buona parte del territorio nazionale è tutelato come bellezza naturale, tuttavia solo in tempi piuttosto recenti si è cominciato a studiare il fenomeno dei beni culturali in termini quantitativi ed in relazione alla loro produttività economica. Il patrimonio storico artistico e paesaggistico italiano è caratterizzato da una componente molto ampia di cultura “immobilizzata”.
Il nostro paese, nonostante l’ingente dotazione patrimoniale culturale, desiderata da tutto li mondo, ha la più bassa redditività e contemporaneamente il più alto tasso di disoccupazione culturale del settore. Dovrebbe essere chiaro a tutti che il nostro “patrimonio culturale” è anche il nostro “capitale economico” da investire: un capitale durevole che, a differenza per le imprese, non può essere de localizzato.
Dobbiamo impostare un modello produttivo in grado di massimizzare il valore economico dei beni culturali, che sono unici e non replicabili, e combinare queste caratteristiche con forme avanzate di organizzazione e tecnologia, che ne consentano liberamente la fruizione. Bisogna rendersi conto che il nostro patrimonio culturale è il “petrolio d’Italia”, che ha un’unicità non tanto sulla entità, quanto sulla capillare diffusione territoriale e nel suo intreccio col paesaggio e l’ambiente.
Per promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale le istituzioni pubbliche dovrebbero concentrare gli sforzi oltreché sulla tutela e conservazione, sulla messa a disposizione di “contenuti di qualità”. L’Istituto di Studi Sabini vuol fornire un proprio contributo alla sensibilizzazione della valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale, soprattutto in un momento di crisi economica così profonda, ed è per questo che, col patrocinio del comune di Mentana, organizza un seminario sui beni culturali.
Il seminario avrà luogo il 26 maggio 2012 presso la sala conferenze della Biblioteca comunale di Mentana, previo raggiungimento di un numero minimo di iscritti. Tutte le informazioni ed il modulo d’iscrizione sul sito www.studisabini.org