Gli scatti nel sonno sono noti anche come “scatti ipnici” o “mioclonie ipniche“. Questi fenomeni sono comuni e generalmente innocui.
Le mioclonie ipniche (o scosse ipnagogiche) sono contrazioni muscolari involontarie, rapide e spesso intense che si verificano durante la fase iniziale del sonno, tipicamente nella transizione tra veglia e sonno (fase N1 del sonno non-REM). Sono considerate un tipo di mioclono fisiologico, distinto da quelli patologici che caratterizzano condizioni neurologiche come l’epilessia mioclonica o le encefalopatie.
Caratteristiche cliniche
- Onset: inizio della fase di addormentamento
- Durata: brevissima (frazione di secondo)
- Frequenza: episodica; più comune nei giovani adulti, ma presente in tutte le età
- Sintomi associati: sensazione di caduta, sogni vividi, risvegli improvvisi, tachicardia transitoria
- Disturbo del sonno: solo se frequente o molto intenso (disturbo ipnico isolato)
Epidemiologia
- Circa il 60-70% degli adulti riferisce occasionali mioclonie ipniche.
- Non vi è differenza significativa tra sessi.
- La frequenza tende a diminuire con l’età, ma può aumentare in condizioni di stress o deprivazione di sonno.
Fisiopatologia
La genesi esatta delle mioclonie ipniche non è completamente chiarita, ma esistono diverse ipotesi neurofisiologiche:
- Dissonanza neuromuscolare: Durante la transizione al sonno, il sistema nervoso riduce progressivamente il tono muscolare. Questo “rilassamento improvviso” può essere interpretato dal cervello come una perdita di controllo posturale → risposta riflessa mioclonica.
- Attività reticolare del tronco encefalico: L’iperattività transitoria del sistema reticolare ascendente può provocare un’attivazione muscolare non sincronizzata.
- Interpretazione evolutiva: Alcuni studiosi propongono che si tratti di un riflesso primitivo (come il riflesso di Moro nei neonati), volto ad accertare la stabilità corporea durante l’addormentamento.

Fattori scatenanti
- Caffeina e sostanze stimolanti
- Eccessivo esercizio fisico serale
- Stress psico-fisico
- Deprivazione di sonno o insonnia cronica
- Uso di farmaci: antidepressivi SSRI, ansiolitici, corticosteroidi
- Disturbi neurologici associati (rari): nei casi in cui le mioclonie si presentino anche in veglia, può essere necessaria una valutazione neurologica
Diagnosi differenziale
Le mioclonie ipniche vanno distinte da:
- Sindrome delle gambe senza riposo
- Mioclonie notturne periodiche
- Epilepsie miocloniche
- Parasonnie (es. sonnambulismo, terrori notturni)
In genere, non è necessario l’esame polisonnografico a meno che i sintomi non siano atipici o invalidanti.
Quando preoccuparsi?
Nella maggior parte dei casi, non sono legati a problemi di salute. Tuttavia, se gli scatti:
- Sono molto frequenti e disturbano il sonno,
- Sono accompagnati da dolore o altri sintomi neurologici,
- Si verificano insieme a movimenti anomali durante il sonno,
è consigliabile consultare un medico per escludere disturbi come l’epilessia notturna o la sindrome delle gambe senza riposo.
Rimedi e gestione
Le mioclonie ipniche non richiedono trattamento medico se isolate e non disturbano significativamente il sonno. Tuttavia, in caso di fastidio o frequenza elevata, si possono adottare misure comportamentali:
Interventi comportamentali
- Mantenere una routine regolare del sonno
- Evitare caffeina e nicotina nelle ore serali
- Limitare l’attività fisica intensa prima di dormire
- Ridurre l’esposizione a schermi e luci artificiali
- Tecniche di rilassamento: meditazione, respirazione profonda, mindfulness
Interventi farmacologici (rari, ultima risorsa)
- Clonazepam o benzodiazepine a basso dosaggio (solo in casi selezionati, sotto stretta supervisione medica)
- Melatonina: può aiutare nei disturbi del ritmo circadiano associati
Conclusioni
Le mioclonie ipniche rappresentano un fenomeno fisiologico benigno, comune e spesso legato a stress o stili di vita alterati. La consapevolezza del fenomeno è fondamentale per evitare allarmismi ingiustificati. In assenza di sintomi neurologici concomitanti o disturbi del sonno severi, non sono necessarie indagini o terapie invasive. Un’igiene del sonno ottimale rimane l’approccio più efficace.
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