L’Italia è un paese dalle mille sfumature: ognuna delle venti regioni si differenzia dalle altre per cultura, costumi, tradizioni, e via dicendo. Allo stesso modo, considerata ogni regione, le province al suo interno si distinguono reciprocamente, spesso in modo anche abbastanza evidente.
Le ragioni di queste profonde differenze che contraddistinguono lo stivale sono da ricercarsi sia nel passato recente delle stesse che nel presente. In particolare, a determinare il benessere di una provincia sono le sue risorse e il modo in cui queste vengono amministrate, oltre ovviamente alla popolazione che vi abita, le cui condizioni derivano comunque dalla situazione socio-economica vigente e dunque dall’amministrazione.
Classifica delle province più vivibili: qualità della vita in Italia
Sulla base di quanto anticipato, è chiaro che – a seconda dei criteri di valutazione considerati – è possibile stabilire il livello di benessere di una provincia italiana e perciò la qualità della vita dei residenti di tale provincia.
È importante considerare che la qualità della vita di una provincia non dipende esclusivamente dalla ricchezza della stessa, e che quindi il benessere non si traduce in mero benessere economico. Sono diversi i criteri di valutazione che entrano in gioco quando si vuole stabilire la qualità della vita. Non mancano comunque graduatorie che considerano come unico criterio la ricchezza di una regione o provincia. A questo proposito, su Giornale Social si può scoprire la classifica delle regioni più ricche d’Italia secondo ISTAT.
In particolare, Il Sole 24 Ore si occupa di stilare annualmente una classifica delle province italiane più vivibili. Dal 1990, anno in cui è stata pubblicata la prima graduatoria, ad oggi, sono state 33 le classifiche stilate e pubblicate da Il Sole 24 Ore; la più recente datata dicembre 2022.
Il Sole 24 Ore definisce la provincia più vivibile d’Italia nella classifica finale tenendo conto dei seguenti indicatori:
- Ricchezza e consumi
- Affari e lavoro
- Demografia e società
- Ambiente e servizi
- Giustizia e sicurezza
- Cultura e tempo libero
Oltre ad una classifica generale, che comprende tutti i criteri di valutazione considerati dal quotidiano italiano, vengono messe a punto anche graduatorie sulla base di ogni singolo indicatore. In altre parole, ci sono anche classifiche che tengono conto solo della performance della provincia per quanto riguarda ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia e società, e così via. Combinando i risultati ottenuti dalla provincia in ognuno dei suddetti ambiti, si ottiene la classifica finale.
Stando agli ultimi dati disponibili, le dieci province italiane più vivibili – ovvero in cui la qualità della vita è migliore – sono, in questo ordine: Bologna, Bolzano, Firenze, Siena, Trento, Aosta, Trieste, Milano, Parma e Pisa, Cremona, Udine, Reggio Emilia, Bergamo, Sondrio, Verona, Modena, Cagliari, Gorizia e Venezia.
Viceversa, salendo la classifica a partire dall’ultima posizione, cioè quella della provincia italiana con il punteggio più basso in termini di qualità della vita, troviamo in questo ordine: Crotone, Isernia, Caltanissetta, Foggia, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Taranto, Enna, Caserta, Napoli, Salerno, Catanzaro, Cosenza, Potenza, Trapani, Brindisi, Catania, Siracusa, Messina e Palermo.
Bologna: la città italiana dove si vive meglio
Nel 2022 Bologna si riconferma migliore provincia italiana per qualità della vita. La medaglia d’oro è già stata assegnata al capoluogo dell’Emilia-Romagna per ben quattro volte negli anni passati. Nello specifico, Bologna è stata premiata anche nel 2000, 2004, 2011 e 2020. Per un totale di cinque primi posti.
La città emiliana tiene alti gli standard della qualità della vita in un periodo storico caratterizzato da numerose difficoltà. Basti considerare la guerra in Ucraina e la conseguente crisi economica con inflazione e aumento dei costi della vita. Inoltre, non si deve dimenticare il periodo pandemico, che anche ha inficiato negativamente su tutte le province italiane, nonché sulla popolazione mondiale in toto.
Non va meglio per altre grandi città italiane che invece perdono numerosi punti. In particolare, Roma ha perso 18 posizioni rispetto allo scorso e arriva al 31esimo posto; non va meglio Torino che si posiziona al 40esimo posto. Napoli, altra grande città italiana, non va oltre il 98esimo posto, penalizzata dall’incidenza dei crimini (soprattutto in strada) e dalla scarsa qualità dell’aria.
Dalla classifica de Il Sole 24 Ore emerge ancora una volta il significativo divario (soprattutto economico) tra nord e sud Italia: la cosiddetta Questione Meridionale, per cui il Mezzogiorno si ritrova ad essere ripetutamente penalizzato a causa della mancata risoluzione di problematiche che lo affliggono da decenni.
Infatti, dall’81esima alla 107esima posizione troviamo solo province del Sud. Il peggior risultato è quello della Calabria, le cui province non compaiono in classifica prima della 95esima posizione.