CHIESA E ABBAZIA DI SAN DOMENICO
Sorge nei luoghi in cui era ubicata la villa paterna di Marco Tullio Cicerone. Domenico da Foligno (951-22 gennaio 1031), predicatore e promulgatore di un modello monastico riformato già in Umbria e in Abruzzo, fondò – secondo la tradizione – nel 1011, ma più verosimilmente tra il 1021 e il 1025, la chiesa e l’annesso monastero benedettino. All’interno del complesso troviamo la chiesa, il campanile, il cimitero ed il chiostro attorno al quale si articolano vari edifici. Oggi l’Abbazia si presenta con la facciata principale piuttosto sobria, con tre porte ed un bel rosone centrale. Alcuni blocchi calcarei inseriti negli stipiti delle porte presentano con motivi agresti e provengono probabilmente dalla casa di Cicerone. L’interno della chiesa è a tre navate ripartite da una doppia fila di pilastri che racchiudono le colonne della chiesa originaria. La cripta è del tipo “ad oratorio” ed è costituita da tre navate trasverse divisa da 16 colonne di tipo diverso tra loro. La quinta colonna è costituita da un cippo miliare romano capovolto. Nell’altare della cripta, dono di Clemente XI nel 1706, sono conservate le sacre spoglie del santo, morto nel 1031, in età avanzata.
CHIESA DI SAN FRANCESCO
La Chiesa e l’annesso Convento intitolati a San Francesco furono fondati da primo nucleo di Francescani agli inizi del 1300. Nel 1363 la Chiesa fu ampliata secondo lo stile gotico, di cui resta la parete posteriore in conci di pietra e la bellissima bifora ogivale in travertino, con colonnina centrale e decorazioni curvilinee o lombate e gli affreschi dei sec. XIV-XV, rinvenuti nel 1970 ed in seguito restaurati, situati fra gli altari “Madonna della Misericordia e del Crocifisso”; essi rappresentano la Vergine con il Bambino, San Savino e San Bonaventura. Sull’ altare, vi è l’affresco della Madonna della Misericordia, probabilmente attribuibile all’artista Lattanzio da Rimini; altre fonti invece ne affidano la paternità all’artista Antonello da Messina o comunque alla sua scuola. CHIESA DI SANTA RESTITUITA Il primitivo edificio dedicato alla Santa patrona della città, martirizzata il 27 maggio del 275 d.C., sorgeva sul lato settentrionale della piazza. Qui fu eretta una chiesa crollata nell’alto medioevo e ricostruita nel medesimo luogo e quindi riconsacrata da Papa Adriano IV nel 1155. Nel 1229 fu incendiata e distrutta dall’esercito di Federico II per essere ricostruita secondo le disposizioni testamentarie del grande imperatore dopo il 1250, a tre navate, con una cripta e un chiostro. Sopravvive dell’antica struttura trecentesca e alla successiva ricostruzione dopo il terremoto del 1654, quando l’architetto G.B. Rodoli progettò la chiesa ad una sola navata con colonne d’ordine corinzio, un magnifico portale ad anelli concentrici, decorato da foglie d’acanto e girali floreali, con un piccolo agnello scolpito nella chiave di volta.
CHIESA SAN GIOVANNI BATTISTA
Si trova in un angolo appartato e caratteristico del rione Cancello, nel centro storico di Sora. Secondo la tradizione, l’abate Giovanni del vicino monastero benedettino di San Silvestro, costruì una chiesa fuori le mura per sopperire alla mancanza di un luogo di culto necessario alla popolazione, qui stanziata dopo la distruzione federiciana del 1229. L’epigrafe latina incassata sopra l’ingresso alla sacrestia ricorda i lavori di trasformazione della chiesa nel 1731. Degli arredi settecenteschi, rimane il fonte battesimale marmoreo, decorato dal rilievo di due puttini alati, e l’anta lignea, oggi conservata in sacrestia, dipinta da un’imago S(ancti) Ioannis Baptistae, che il vescovo Piccardi fece realizzare nel 1662. Il 24 luglio 1901 il regista e attore Vittorio De Sica, nato il 7 luglio nella casa prospiciente la chiesa fu battezzato qui, come si legge nel registro parrocchiale dei battesimi. CHIESA DI SAN BARTOLOMEO Fu costruita secondo una tradizione popolare ove sorgeva la casa di Eufemia e di suo figlio Cirillo i quali, divenuti poi santi, per primi accolsero ed ospitarono Santa Restituta, futura patrona di Sora venuta ad evangelizzare la città da Roma. Questa casa divenne luogo di raduno dei primi cristiani sorani ed in seguito chiesa dedicata all’Apostolo Bartolomeo. L’edificio, che affaccia sul corso principale della cittadina, ha un singolare impianto planimetrico. Sulla parete absidale è esposto un crocifisso ligneo commissionato nel 1564 dal cardinale Cesare Baronio allo scultore Tiberio Calcagni appartenente alla scuola di Michelangelo.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
In occasione delle GFA saranno eccezionalmente esposti al pubblico i ‘tesori’ di cui le chiese sono custodi: oggetti preziosi per la storia, la cultura e la spiritualità della cittadina, come reliquiari, documenti e lettere autografe, opere d’arte e libri rari. Chiesa e abbazia di San Domenico. Secondo la tradizione fu Domenico da Foligno a fondarle nel 1011, nel sito in cui era ubicata la villa paterna di Marco Tullio Cicerone. Da tale edificio provengono probabilmente molti blocchi con motivi agresti riutilizzati nelle murature. Veramente suggestiva la cripta, dove sono conservate le spoglie del santo, morto nel 1031. San Francesco. La Chiesa e l’annesso Convento furono fondati dal primo nucleo di Francescani agli inizi del 1300. Nonostante gli ampliamenti e le trasformazioni che l’edificio ha subito nel corso dei secoli possiamo ammirare alcuni elementi architettonici di epoca gotica e gli affreschi dei sec. XIV-XV rinvenuti a seguito dei restauri. Santa Restituta. La chiesa dedicata alla Santa patrona della città, martirizzata nel 275 d.C., fu ricostruita più volte nel medesimo luogo. Papa Adriano IV la riconsacrò nel 1155. Nel 1229 fu incendiata e distrutta dall’esercito di Federico II, ma per suo volere fu ricostruita dopo il 1250. La sistemazione attuale è successiva al disastroso terremoto del 1654. San Giovanni battista. Si trova in un angolo appartato e caratteristico del rione Cancello, luogo dove parte della popolazione si era trasferita dopo la distruzione federiciana del 1229. Il 24 luglio 1901 vi fu battezzato il regista e attore Vittorio De Sica, nato il 7 luglio nella casa prospiciente, potremo vedere l’atto nel registro parrocchiale dei battesimi. San Bartolomeo. Secondo la tradizione fu costruita dove sorgeva la casa in cui fu ospitata Santa Restituta, futura patrona di Sora, venuta ad evangelizzare la città da Roma. Vi si conserva un crocifisso ligneo commissionato nel 1564 dal cardinale Cesare Baronio allo scultore Tiberio Calcagni, appartenente alla scuola di Michelangelo. Santo Spirito. Probabilmente in origine la chiesa era collegata all’ospedale appartenente all’Ordine di Santo Spirito in Sassia di Roma, la cui esistenza a Sora è attestata da un documento del 1325. Nel 1614 fu ricostruita accanto ad un palazzo del Collegio, che i Gesuiti ressero fino al 1860. L’attuale sistemazione conserva l’impostazione barocca. S. Rocco. Secondo la consuetudine la statua di San Rocco era posta ‘extra moenia’ fuori città, affinché come una sentinella impedisse alla lebbra o altre pestilenze e malattie di entrarvi. La devozione dei sorani al santo ha trasformato e arricchito quella che in origine era una semplice cappella. Vi si conserva una tela davvero interessante: raffigura sant’Emidio nell’atto di implorare la protezione della Madonna per la città di Sora, rappresentata con drammaticità realistica mentre è scossa dal terremoto. I giovani Apprendisti Ciceroni delle scuole superiori della provincia vi accompagneranno alla scoperta dei più interessanti luoghi di culto della cittadina. Un percorso libero, senza prenotazione, che sarà l’occasione per scoprire le storie di arte e di fede nelle maggiori chiese sorane, talvolta sontuose e raffinate, talvolta più intime e accoglienti.
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