MINISTERO DELLA CULTURA
La fondazione del 500 del Collegio Romano nell’area del Campo Marzio, è fondamentale per lo sviluppo urbanistico dell’intera zona in quanto si inserisce in un ambiente con una storia molto più remota rispetto all’epoca della sua costruzione, incastrandosi tra testimonianze archeologiche classiche e post classiche. La scelta del sito non fu casuale. Si voleva rimanere in stretta connessione alla vita religiosa, militare, pubblica e politica, ed essendo Campo Marzio da sempre legato alle vicende di Roma, sembrava la scelta più giusta da fare. La zona era soggetta alle inondazioni del Tevere, per questo nel II sec a. C. Pompeo, dando inizio alla sua urbanizzazione, cominciò a pensare ad una possibile soluzione. Fu Augusto che mise in atto il progetto di messa in sicurezza contro incendi ed inondazioni per rendere ancora più grandiosa Roma. Fu sempre grazie a lui che, a seguito della vittoria in Egitto nel 31 a. C., cominciarono le costruzioni monumentali della zona: in primis fece erigere il proprio Mausoleo, successivamente, per grandiosità, il Pantheon intitolato al suo generale ed ammiraglio Agrippa. L’attuale palazzo del Collegio sorge sulle testimonianze medioevali della chiesa di S. Nicolai de Forbitoriis.
Inaugurato il 28 ottobre 1584 sotto il pontificato di Gregorio XIII, dopo essere stato ospitato in diverse sedi, si erge su un intero isolato delimitato a nord da piazza sant’Ignazio e via del Caravita; ad est da via del Collegio Romano; a sud da piazza del Collegio Romano e ad ovest da via di Sant’Ignazio, era stato pensato dal suo fondatore, Ignazio di Loyola, sul modello del Collège du Roi di Parigi (1530), destinato alla formazione teologica e culturale dei gesuiti e dei giovani delle famiglie più importanti dell’epoca. Nel 1581 il primo nucleo del Collegio si rivelò ben presto insufficiente e venne così ampliato grazie ai finanziamenti del Papa che seguì in prima persona i lavori di espansione sulla piazza del Collegio. I lavori iniziarono nel 1582 curati dall’architetto gesuita Padre Giuseppe Valeriano. Fu solo nel 1685 che la vasta costruzione venne portata a compimento con la costruzione della chiesa di S. Ignazio.
Il Collegio Romano, con i suoi prospetti solidi ed infiniti, ha una distribuzione interna semplice e ripetitiva che doveva esternare il rigido metodo di insegnamento dei gesuiti e la via morale e religiosa degli alunni, ma doveva anche essere da fonte progettuale per gli altri collegi da ergersi in tutto il mondo. Le varie materie venivano insegnate gratuitamente ai giovani meritevoli e questo fece del Collegio un vero e proprio centro di sperimentazione accademico-scientifica famoso a livello internazionale. La grandiosa facciata principale, realizzata interamente in mattoni, ad esclusione del basamento e delle cornici di porte e finestre, in travertino, è caratterizzato da un corpo centrale più alto ed emergente rispetto ai laterali. Il blocco centrale presenta grandi portali decorati con rilievi a forma di drago (stemma Boncompagni), finestre a timpano, epigrafe della fondazione, l’orologio che forniva l’ora esatta a tutti gli orologi della città, le due edicole per meridiane e la loggia per la campana. Due grandiose arcate poste sul lato del cortile che funge da controfacciata immettono ad eleganti scaloni con balaustre marmoree.