La Cappella Sistina dei Lepini: l’Oratorio dell’Annunziata a Cori, un gioiello segreto del ‘400
Nascosta tra gli uliveti che circondano Cori, quella che lo storico Gregorovius descrisse come “una piramide di case sopra un monte”, si cela una delle scoperte artistiche più sorprendenti del Lazio: l’Oratorio della Santissima Annunziata.
Non lasciatevi ingannare dall’esterno semplice e austero. Varcare la soglia di questa piccola cappella, oggi monumento nazionale, significa essere letteralmente travolti da un ciclo di affreschi magnificamente conservato, un vero e proprio “libro illustrato” del Quattrocento che riveste ogni centimetro di parete e la volta.
Un Tesoro nato tra Intrighi Papali e Committenze Spagnole
La storia dell’Oratorio è legata a doppio filo agli anni turbolenti dello Scisma d’Occidente. La sua costruzione (datata tra il 1410 e il 1413) non fu opera di un devoto locale, ma del potente cardinale spagnolo Pedro Fernandez de Frias.
- Aneddoto: Il mistero dello stemma Per anni si è dibattuto su chi fosse il committente. Il mistero è stato risolto grazie alla comparazione dello stemma dipinto nell’oratorio (cinque torri d’oro su fondo rosso, circondate da otto lupi) con quello presente sul sepolcro del cardinale a Burgos, in Spagna. De Frias si trovava in Italia per il Concilio di Pisa e, nominato vicario pontificio, usò quest’opera per affermare il controllo della Chiesa sul territorio, minacciato dalle truppe di Ladislao di Napoli.
La decorazione fu talmente importante che, alla morte di De Frias, altri due cardinali spagnoli (Alfonso Carillo De Albornoz e Juan Cervantes De Lora) si assicurarono che i lavori venissero portati a termine da maestranze di altissimo livello.

Curiosità: Il Libro dipinto e il Giudizio Universale
L’interno è un racconto che si snoda dalle storie dell’Antico Testamento (la Creazione, Caino e Abele, l’Arca di Noè) fino al maestoso Giudizio Universale che occupa l’intera controfacciata, opera attribuita a Pietro Coleberti da Priverno.
È qui che si celano i dettagli più curiosi e “crudi”, pensati per ammonire i fedeli:
- L’Inferno del Contrappasso: L’Inferno è descritto con un realismo quasi “splatter”. Secondo la legge del contrappasso, ogni peccatore riceve una punizione specifica e facilmente riconoscibile: il macellaio è appeso a un gancio come un quarto di bue, il taverniere disonesto viene affogato in una botte, il puttaniere è appeso per i genitali e la ruffiana è impalata su uno spiedone.
- Lucifero e i Potenti: Al centro dell’Ade, Lucifero (il cui volto fu scalpellato secoli fa da qualche devoto timorato) non divora i peccatori, ma li tiene bloccati: tiene a cavalcioni sulle ginocchia un papa (riconoscibile dal triregno) e un re (con la corona), un monito chiaro sulla caducità del potere terreno.
- Lo Stemma di Cori: Sulla facciata esterna, un altro dettaglio storico attende il visitatore attento: si tratta del più antico esempio di stemma scolpito del Comune di Cori giunto fino a noi.
Visitare l’Oratorio dell’Annunziata significa immergersi in un universo artistico e spirituale che ha mantenuto intatta la sua forza comunicativa, un tesoro nascosto che merita di essere scoperto e custodito.
Informazioni Logistiche per la Visita
Indirizzo: Via dell’Annunziata, 59 – 04010 Cori (Latina)
Contatti e Prenotazione (Fondamentale): L’Oratorio non segue orari di apertura fissi e standard. La visita è gestita su prenotazione e curata dalla Pro Loco di Cori. È indispensabile contattare i seguenti numeri per concordare giorno e orario:
- Pro Loco Cori: +39 348 9053474 / +39 347 0547181
Orari Indicativi (previa prenotazione): Gli orari solitamente disponibili (da verificare telefonicamente) sono:
- Mattina: 9:30 – 12:30
- Pomeriggio: 15:30 – 17:30
- Nota: Le visite sono spesso limitate a piccoli gruppi (max 10 persone) per preservare gli affreschi.
Biglietti: L’ingresso è gratuito (il sito appartiene alla Direzione Regionale Musei Lazio – Ministero della Cultura).
Contatti Istituzionali: Per informazioni generali (non per prenotazioni urgenti):
- Email (Direzione Regionale Musei Lazio): drm-laz@cultura.gov.it












