Partita dalla Sabina, si sta estendendo a macchia d’olio in tutta la regione la Festa dei Mezzi Musei del Lazio. Vibrante di creatività, l’evento nasce come forma di protesta a seguito dei forti tagli della Giunta Polverini – si parla della metà dei fondi, l’Assessore della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia, ha denunciato pochi giorni fa addirittura un taglio delle risorse del 69% – a Musei, Biblioteche, Archivi Storici e attrattori culturali. Numerosissimi i comuni che aderiscono all’iniziativa, in particolare nei territori di Roma, Viterbo e Rieti: nelle province di Latina e di Frosinone, soltanto i bei Musei del Paesaggio a Maenza e della Pietra ad Ausonia.
Come da comunicato stampa, nei giorni di festa “vedrete le opere d’arte a metà, vi verrà offerta una mezza comunicazione, potrete finalmente leggere la sola metà destra dei libri, le luci si accenderanno per metà del tempo, verranno letti brani dal Visconte Dimezzato di Calvino e dal Sapiente Giudizio di Salomone”… è promessa la sorpresa e garantito un doppio impegno di tutti i “mezzi” operatori culturali. E tra i comuni che partecipano all’evento, non manca all’appello Antrodoco.
La Direzione del Museo Lin Delija e l’Ufficio Cultura propongono l’apertura al pubblico del museo per metà giornata (sabato 3 marzo h 16:30 – 19:30 e domenica 4 marzo h 10:30 – 12:30); ogni ora verranno effettuate “mezze” visite guidate intervallate da “mezze” performance musicali e “mezze” letture di poesie. La visita guidata, oltre a voler far arrivare all’attenzione dei cittadini gli effetti dei tagli alla cultura, si propone di mostrare qual è lo scopo del museo, inteso come struttura culturale che lavora sul territorio e che dà valore ad esso. Si esibiranno il sassofonista e trombettista Tonino Micoli, la Banda Musicale di Antrodoco, varie associazioni culturali del territorio, e il poeta antrodocano Sabatino Renzi.
Simpatica e originale la festa della regione, che pur si concede ad un velo di amaro in bocca che lascia questa protesta con le sue poesie a metà. ma dietro si cela un dramma: l’Italia ha un patrimonio unico e straordinario, quello artistico, e tuttavia non riesce a far fronte ad una cultura che va in malora e dall’altra parte ad una politica di sprechi ed eccessi. Perché bisogna essere davvero ciechi per non capire che investire in questo settore in una regione come la nostra potrebbe avviare un circolo virtuoso che creerebbe occupazione e favorirebbe il turismo.
E ad un orizzonte non molto lontano anche un altro problema si rivela a seguito dei tagli: le strutture colpite non potrebbero più garantire un’adeguata sorveglianza. E non fa riflettere neanche quanto accaduto recentemente in Grecia, dove la crisi non ha risparmiato neanche il Museo di Olimpia che è stato teatro di clamorosi furti di preziosissimi reperti, lasciati alla custodia di una sola donna.