Il percorso espositivo raccoglie duecento fotografie comparse nei primi, leggendari volumi a stampa pubblicati dall’artista berlinese.
Nel libro «White Women» (1976) il fotografo porta il nudo nell’estetica fashion, ottenendo immagini così sorprendenti e provocatorie da rivoluzionare il concetto stesso di fotografia di moda, fino a farsi testimonianza della trasformazione del ruolo della donna nella società occidentale. Diventato un volume leggendario, ha aperto la strada ad una erotizzazione delle immagini legate al mondo della moda.
Anche «Sleepless Nights» (1979) è incentrato sul tema delle donne, sui loro corpi e sugli abiti che indossano, trasformando però progressivamente le immagini da foto di moda a ritratti e da ritratti quasi a reportage di cronaca. È un volume a carattere più retrospettivo che raccoglie in un’unica pubblicazione i lavori realizzati da Newton per diversi magazine («Vogue», tra tutti) ed è quello che definisce il suo stile rendendolo un’icona della fashion photography.
Ma è con la pubblicazione di «Big Nudes» (1981) che Newton raggiunge il ruolo di protagonista nella fotografia del secondo Novecento. Le sue modelle vengono ritratte sistematicamente fuori dallo studio, in strada, spesso in atteggiamenti sensuali, a suggerire un uso della fotografia di moda come puro pretesto per realizzare qualcosa di totalmente differente e molto personale.
Nella sua autobiografia l’artista spiega come i nudi a figura intera ripresi in studio con la macchina fotografica di medio formato, da cui ha prodotto le stampe a grandezza naturale di «Big Nudes», gli siano stati ispirati dai manifesti di grande formato diffusi dalla polizia tedesca per ricercare gli appartenenti alla RAF (il gruppo terroristico Rote Armee Fraktion).
La mostra rivela ancora una volta l’occhio del maestro in grado di scandagliare una realtà che, dietro alla suprema eleganza delle immagini, consente di intravedere un’ambiguità di fondo di cui erotismo e morte non sono che due aspetti della stessa ricerca di verità.
Una ricerca che si estende al di là di ogni convenzione, costruendo una storia in cui l’attenzione estrema allo stile, la scoperta del gesto elegante sottendono l’esistenza di una realtà ulteriore, di una vicenda che sta allo spettatore stesso interpretare.
L’originale idea di Newton di creare dittici di modelle vestite e nude per presentare la moda contemporanea risale alla metà degli anni Settanta e trova un precedente illustre nella storia dell’arte europea, nella coppia formata dalla «Maja desnuda» e dalla «Maja vestida», i due grandi dipinti realizzati da Goya intorno al 1800.