Posta al confine tra Lazio e Abruzzo, si trova Amatrice (955 s.l.m.). Il territorio si articola in un altipiano centrale, tra i 900 e i 1000 metri, ospitante il lago Scandarello e le numerose frazioni che le fanno da contorno. La zona è circondata da rilievi che sul lato orientale superano i 2400 metri, in corrispondenza della dorsale principale dei Monti della Laga: dal 1991 il territorio è incluso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Colpiscono l’attenzione del turista l’ambiente incontaminato, la ricchezza delle testimonianze storiche, artistiche e la celebre tradizione gastronomica legata in particolare agli “Spaghetti all’Amatriciana”, piatto di rilevanza internazionale della cucina italiana, ed i prodotti tipici in generale. Nella caratterizzazione del territorio del Parco Nazionale in distretti, proprio per tale vocazione, ad Amatrice è stato realizzato il Polo Agroalimentare dello stesso.
LA STORIA
Le origini dell’insediamento urbano della città sono riferibili all’epoca medioevale, tuttavia la frequentazione dell’area circostante è ben più antica. La zona della Conca di Amatrice ha infatti, sempre tratto beneficio dalla sua posizione geografica: essa si snoda lungo il tracciato della via Salaria, percorso di importante rilevanza economico sociale, essendo lo storico collegamento tra Roma e l’Adriatico. A ciò devono essere attribuite le numerose testimonianze archeologiche risalenti fin all’epoca pre-romana.
Nel medioevo i documenti ci trasmettono il nome della zona come “Terre Sommatine”, questo toponimo deriverebbe da Summata Villarum, città situata nei pressi di S. Lorenzo a Flaviano, i cui resti possono ancora scorgersi nel moderno insediamento di Sommati. L’antica città per trasmettere il nome a tutta l’area, doveva sicuramente avere rilievo nel territorio. Nel VI secolo le “Terre Sommatine” furono annesse al ducato di Spoleto,che ne mantenne il possesso per tutta l’epoca carolingia, fino al 961, quando alcune famiglie facoltose iniziarono a donare alcune terre alla Abbazia di Farfa.
Il Regesto dell’Abbazia ci trasmette, per il periodo che va dalla metà del VIII secolo agli inizi del XII, i nomi di molte località e villaggi dell’attuale comune. Tra essi, nel 1012, per la prima volta viene citato,quello di “Matrice” (con questo nome veniva chiamata tutta l’area a sinistra del Tronto), ricordato ancora nel 1037 nel diploma con cui l’imperatore Corrado II conferma al vescovo di Ascoli i suoi possedimenti. Solo al tempo del re Manfredi di Svevia (1265 ca.), Amatrice entra a far parte del Regno di Napoli. Nella lotta di successione tra Svevi ed Angioini, la città rimase sempre fedele ai primi. Quando i domini passarono alla corona francese la popolazione di Amatrice mostrò da subito velleità autonomistiche. Infatti nel 1271 e nel 1274 Carlo D’Angiò, dovette inviare l’esercito per debellare la resistenza degli amatriciani e ridurre la città all’obbedienza.
Nello stesso periodo si assiste alla formazione, con a capo Amatrice, delle Universitas , cioè del “comune” in territorio liberamente organizzato, relativamente autonomo dal potere centrale, che si governa tramite un parlamento. In questo periodo l’influenza della città si estende su un territorio che va da Campotosto sino ai confini di Cittareale, ma anche su molti castelli e villaggi del versante teramano. Proprio per la sua posizione di confine, anche Carlo I sostiene quel processo d’incastellamento e rafforzamento difensivo che doveva essere già iniziato ai tempi dei Normanni.
I secoli XIV e XV vedono Amatrice in continua lotta con le città e i castelli circostanti, per questioni di confine e di prestigio. Sono rimasti famosi i conflitti con Norcia, Arquata e L’Aquila, tradizionalmente favorevole agli Angioini. Classica alleata di Amatrice fu la città di Ascoli Piceno. Insieme alle milizie di questa città gli amatriciani presero parte al lungo assedio dell’Aquila, comandato da Braccio Fortebraccio da Montone, e alla battaglia finale del giugno 1424, che segnò la sconfitta di Braccio e la sua morte sul campo. Amatrice continuò comunque a dare il sostegno agli Aragonesi, anche durante la guerra. La corona spagnola, sedata la rivolta, ricompensò Amatrice, concedendole il privilegio di battere moneta con il motto Fidelis Amatrix . Tuttavia nel febbraio 1529, dopo un’eroica resistenza, venne riconquistata e messa a ferro e fuoco da Filiberto di Chalon, generale di Carlo V. Per punire la ribellione, Carlo V diede lo Stato di Amatrice in feudo ad un suo capitano: Alessandro Vitelli. In seguito la città, duramente provata dal sacco voluto da Carlo V, fu ricostruita secondo una nuova pianta attribuita tradizionalmente a Cola Filotesio, artista e architetto originario di questa terra, che tuttavia non sembra avervi mai lavorato.
Successivamente, pur facendo parte sempre del Regno di Napoli, passò sotto il dominio di un ramo degli Orsini, tra il 1582 e il 1692 e, in seguito, ai Medici di Firenze, che la conservarono fino al 1737. Infine nel 1759 il feudo entrò a far parte dei domini personali del re di Napoli fino all’annessione nel Regno d’Italia, avvenuta nel 1860.
LUOGHI DI INTERESSE
Il turista in visita ad Amatrice può inoltrarsi nel centro storico della cittadine per ammirare le Chiese di S.Agostino (XIV sec.) e il duomo di S.Francesco (XIII sec.) con l’annesso Chiostro; di particolare interesse anche la Torre Civica (XIII sec.) e il Museo Civico Cola Filotesio che si trova nella ex Chiesa di S.Emidio.
Nelle numerose frazioni sparse sul territorio si trovano piccoli gioielli artistici come il Santuario dell’Icona Passatora e la Chiesa di S.Martino (località Ferrazza – San Martino), il Santuario della Madonna di Filetta nell’omonima località e il Santuario della Madonna delle Grazie (in frazione Varoni). Numerose altre chiese sono sparse sul territorio.
Se invece l’interesse è di tipo naturalistico, non mancano certo sentieri di trekking che si inerpicano sulle vette delle Laga oppure camminate più rilassanti tra la fitta vegetazione del fondo valle. Per passeggiate più comode, si possono raggiungere in autovettura i punti panoramici del Sacro Cuore e di Macchie Piane, oppure con una passeggiata di circa mezz’ora è possibile visitare la chiesetta della SS. Croce che domina una collina dalla quale si gode un meraviglioso panorama d’insieme dell’abitato di Amatrice.
Dal 2010 è aperto, nelle vicinanze della chiesa di S. Agostino, il Parco in Miniatura che riproduce fedelmente in scala tutto il territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, alcuni dei sui monumenti più importanti, e, riprodotti a grandezza naturale, gli animali più rappresentativi della fauna locale.
E’ inoltre attiva, tutto l’anno, presso gli impianti sportivi la pista di pattinaggio su ghiaccio sintetico.
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