SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA ROTONDA E MUSEO DIOCESANO
Tra i vicoli e le piazzette del cuore più storico di Albano Laziale si trova un antico santuario mariano, ieri ninfeo della Villa di Domiziano, poi terme della Seconda Legione Partica sotto il governo di Settimio Severo.
Intorno al palazzo della grande villa di Domiziano sui Colli Albani, si svolgeva nell’antichità un immenso parco, che dalla via Appia, sorpassando la dorsale del cratere, scendeva fino al lago e occupava tutto il territorio dei moderni paesi di Castelgandolfo e Albano. In mezzo a folti boschi e ai ridenti giardini esistevano alcuni edifici, costruiti per godere le delizie del mite clima e dell’abbondante linfa incanalata dalle sorgenti di Palazzolo. Uno di questi era la “Rotonda” di Albano, oggi Santuario di Santa Maria della Rotonda.
L’edificio del Santuario in origine aveva il carattere di ninfeo, fondato sopra una terrazza del versante occidentale della villa di Domiziano, come suggerisce la pianta ed anche la presenza di vasche e fontane entro le 4 nicchie che interrompono il cerchio dell’aula nei quattro angoli corrispondenti al quadrato esterno. La struttura architettonica ricorsa un piccolo “Pantheon”.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
In occasione delle GFP 2022 faremo un tuffo tra passato e presente in uno dei più importanti santuari mariani del Lazio: la chiesa di Santa Maria della Rotonda ad Albano. Il Santuario di Santa Maria della Rotonda ad Albano Laziale sorge su di un antico ninfeo della Villa di Domiziano, interessante precedente architettonico del Pantheon di Roma. Fu consacrata nel 1060, anche se il suo utilizzo ecclesiastico risale già al IX secolo. La tradizione narra che nel 768 alcune monache greche, fuggite alla persecuzione degli iconoclasti, vi portarono la sacra immagine della Madonna che ancora oggi è venerata. Il santuario venne trasformato diverse volte, ma gli antichi resti di età severiana, come i mosaici con tessere bianche e nere raffiguranti mostri marini, svelano oggi le mille vite di questo edificio che per il suo impianto architettonico ci ricorda un piccolo “Pantheon”. Fu ninfeo della grandiosa Villa di Domiziano che si estendeva tra gli attuali comuni di Castel Gandolfo e Albano Laziale; riadattato a terme sotto il governo di Settimio Severo, per essere utilizzato dagli ufficiali della Seconda Legione Partica; e poi divenne santuario. Degni di nota sono la Madonna con Bambino di stile bizantino, gli affreschi, come quello della “storia della vera croce” del XIV secolo, e quello con Sant’Anna, San Giovanni e Sant’Ambrogio, attribuito al Cavallini e il campanile in stile Romanico. Nel piccolo Antiquarium la piccola stele di Eutiche ci racconterà una coinvolgente storia del bambino e della sua stella. La vista proseguirà in un altro ambiente originariamente collegato alle terme realizzate sotto il governo di Settimio Severo e utilizzate probabilmente dagli ufficiali della Seconda Legione Partica. È il Palazzo Lercari, oggi sede Palazzo Vescovile e, dal 2013 del Museo Diocesano di Albano. Il Direttore, Roberto Libera, ci guiderà alla scoperta dei beni esposti nelle sale e dedicate alla Collezione sacra e i paramenti liturgici realizzati con tessuti pregiati e ci mostrerà in anteprima alcuni reperti rinvenuti durante gli scavi alle Catacombe di San Senatore. La Catacomba di San Senatore, rinvenuta ad Albano, fu realizzata all’interno di un sito precedentemente utilizzato come cava di pozzolana; la frequentazione a scopo funerario e cultuale sembra iniziare intorno al III secolo, per arrivare fino al XII secolo. La lunga frequentazione dell’ipogeo è forse dovuta al fatto che uno degli ambienti sotterranei venne trasformato in una vera e propria “ecclesia”, connessa al culto dei martiri locali.