ITINERARIO CENTRO STORICO – PASSEGGIATA NATURALISTICA
Sdraiata sul mare, a metà della costa tirrenica, nella parte meridionale della costa laziale, la maga Circe, così nell’immaginario collettivo, dopo Ulisse continua ad attrarre chi ha amore per la bellezza dei paesaggi e della natura, amore per la storia e per le opere degli uomini. È il promontorio del Circeo, un massiccio calcareo lungo circa sei chilometri e largo in alcuni punti fino a due con vegetazione tipicamente mediterranea situato all’interno del Parco Nazionale del Circeo dove in un habitat di notevole interesse e forse unico coesistono mare, laghi, macchia mediterranea e duna costiera. Sito in Provincia di Latina dista circa 100 chilometri a Sud di Roma e 40 chilometri dal capoluogo di Provincia Latina. Oltre il mito, furono probabilmente i navigatori greci, nellVIII secolo a.C., a dare il nome al promontorio che deriverebbe dalla parola Kirkos (cerchio, anello) in quanto per doppiarlo bisognava effettuare un semicerchio. A 100 metri sul livello del mare, nel declivio orientale del promontorio sorge oggi il centro storico di San Felice Circeo, di impronta medioevale ma riconducibile alla dominazione pontificia nella conformazione attuale. L’itinerario prevede una visita del centro storico di San Felice, l’antica C secondo Plinio e Strabone limite meridionale del “Latium Vetus”, la terra madre dei latini.
Il territorio è stato abitato fin da epoche remotissime e ne sono testimonianza i reperti preistorici rinvenuti nelle grotte marine che si aprono lungo il versante meridionale tra le quali, di particolare rilievo, la Grotta Guattari dove alla fine degli anni trenta del secolo scorso fù rinvenuto il cranio attribuito ad un uomo di neanderthal e recentemente luogo di altri importantissimi ritrovamenti. Le fonti letterarie e le testimonianze archeologiche ci informano della presenza sul promontorio di una colonia latina alla fine del VI secolo a.C. Infatti Circeii è nominata tra le città latine nel trattato di non belligeranza tra Roma e Cartagine del 509 a.C. In seguito, come molte altre colonie della zona, fù sotto il dominio volsco. Riconquistata definitivamente dai Romani vi fù dedotta una seconda colonia latina nel 393 a.C. ed a quell’epoca risalgono probabilmente le mura in opera poligonale di cinta dell’Acropoli. In epoca imperiale la limitrofa zona di Torre Paola, grazia anche alla costruzione del porto canale che ancora mette in comunicazione il lago con il mare, divenne luogo privilegiato per la costruzione di ville residenziali. Dopo la caduta dell’Impero romano la zona perse d’importanza e quindi sono scarse le notizie riguardanti il Circeo fino al medioevo, epoca in cui le fonti menzionano Rocca Circeii considerandola una tra rocche più sicure dello Stato Pontificio. Dalla metà del XII secolo compare una nuova denominazione “Castrum Sancti Felicis” che porta a supporre la presenza di persone civili oltre che di militari all’interno della cinta muraria. A partire dal 1100 si susseguono svariate dominazioni a partire dai Frangipane per poi vedere l’avvento dei Cavalieri Templari, cui Papa Gregorio IX affidò il compito di difendere la Rocca dagli attacchi dei pirati, e successivamente gli Annibaldi fino ai Caetani che ne rimasero proprietari, tranne una piccola interruzione, per circa 400 anni. Il 1713 vede l’avvento della famiglia Ruspoli che, dopo vicende varie, dovette ricederlo alla Reverenda Camera Apostolica che a sua volta lo rivendette al Principe Stanislao Poniatowsky, nipote del Re di Polonia Stanislao II Augusto, che ne rimase proprietario dal 1808 al 1822 quando ritornò nella disponibilità della Camera fino all’unificazione d’Italia nel 1870.
Dal punto di vista urbanistico è di facile lettura l’impostazione originaria del castrum, un quadrilatero con accesso al decumano, attuale piazza Vittorio Veneto, dalla porta a NORD ed a SUD EST al cardo che immette negli attuali giardini di Vigna la Corte. Passeggiando per le vie del centro, inoltrandosi per vicoli e piazzette è possibile avere una visione d’insieme sulla storia della città in cui sono inglobati siti di epoche diverse. Fra tutti spicca per importanza e dimensioni il palazzo Caetani Poniatowsky, oggi sede del Municipio, costruito nel XIV secolo dalla famiglia Caetani sulla preesistente Rocca e successivamente rimaneggiato e sopraelevato agli inizi dell’ottocento dal Principe Stanislao Poniatowsky unitamente alla realizzazione di un ulteriore piano della torre templare su cui lo stesso fece inserire il particolare orologio precedentemente collocato sul portone d’ingresso del palazzo baronale. Adiacente l’isolato del palazzo è ubicata una piazzetta su cui affaccia il prospetto principale del convento dei Templari caratterizzato da arcate a tutto sesto e da un ballatoio che permetteva di accedere alle celle dei frati col tempo modificate fino a divenire unità d’abitazione. Questa tipologia a ballatoio continua ad essere presente nell’architettura “moderna” soprattutto dalla prima metà del novecento e, per rimanere nelle vicinanze, nella città di Latina se ne ha un ottimo esempio nel quartiere “Nicolosi” così denominato dal nome del progettista Ing. Giuseppe Nicolosi che lo realizzò nel 1934. Di fatto la struttura deve essere immaginata alle spalle della presente facciata realizzata in epoca ottocentesca. Della stessa epoca la fontanella addossata alla facciata ancora oggi alimentata dall’acquedotto romano attraverso due cisterne di decantazione posizionate a monte. Questa fontana ha una particolare valenza nella storia del borgo perché è qui che per secoli e fino ai lavori di sistemazione della metà del 900 gli abitanti si sono approvvigionati d’acqua. In merito all’acquedotto romano sembra utile cennare che la seconda cisterna, posizionata alle spalle del palazzo baronale, è il terminale dell’acquedotto medesimo che da quel punto si inoltra nella montagna dividendosi in due rami: rimarchevole che si stia tentando di riportarlo alla fruizione con l’esplorazione ed i lavori di riattamento tuttora in corso. Proseguendo nell’itinerario si giunge al belvedere che si apre alla fine di Corso Vittorio Emanuele; da qui lo sguardo spazia sulla pianura e sulla costa fino alla città di Terracina. Di fatto questa spiazzo è stato l’antico cimitero del paese fino alla fine dell’ottocento quando fu realizzato il nuovo cimitero all’esterno dell’abitato. L’attuale copertura metallica che consente la pedonabilità del luogo altro non è che la sostituzione del grande coperchio in travertino al di sotto del quale era stata ricavata una grande fossa per le sepolture. Proseguendo nella visita a poca distanza si ci ritrova in un luogo che stupisce per la coesistenza di varie epoche e per la curata sistemazione del parco comunale.
Domenica: 00:00 – 10:00 / 00:00 – 00:00
Note: 1 turno di visita per 25 persone